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Questo è il mio blog: troverete i miei hobbies, ricami, pittura su porcellana, maglia, uncinetto, lettura, cucina, giardinaggio, vacanze ...recensioni, consigli e curiosità

This is my blog. You will find my hobbies with pictures of embroidery, painting porcelain, a few recipes, plants and flowers, my holidays ...


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lunedì 1 agosto 2011

la lentezza del bradipo

Lo so care amiche/i che nel postare le mie avventure vacanziere e gitarole sono lenta come un bradipo, ma solo ora sono tornata nel pieno possesso del pc, non prima di averlo portato in assistenza e aver sostituito il disco rigido. Ma non disperate, un po' per volta posterò le foto dei posti che visito. Leggo nei commenti di molte di voi che i racconti di gite e di viaggi sono letti volentieri, come spunto per visite o come un viaggiare ad occhi aperti, quindi non vi posso deludere. A presto

sabato 30 luglio 2011

valtournenche

Non potevo gironzolare per la Valtournenche senza visitare il paese omonimo. Il comune di Valtournenche si trova all'interno della Comunità montana del Cervino a circa 1500 metri sul livello del mare. Se anzichè attraversare l'abitato per proseguire per Cervinia ci si sofferma a visitare questo centro si scoprono angoli curiosi di storia, come la Chiesa Parrocchiale, dedicata a S. Antonio, interamente ricostruita intorno al 1850.
Al suo interno è interessante osservare come il lato destro del presbiterio sia stato adibito a un piccolo museo di Arte Sacra in cui sono conservati alcuni arredi provenienti anche dalle altre cappelle della Parrocchia. La Chiesa si affaccia sulla piazzetta delle guide, qui oltre ad una tipica fontana
si può notare come i palazzi circostanti riportino sulle loro mura numerose targhe poste a ricordo delle famose Guide della Valtournenche.

Sulla strada che attraversa l'abitato una statua in legno ricorda la figura di Amé Gorret e sormonta una fontana. Amè Gorret ebbe un importante ruolo nella conquista del Cervino. Giovanissimo prese parte infatti al primo tentativo di scalata del Cervino, nel 1870 invitò le guide di Valtournenche a costituirsi in società e successivamente pubblicò la "Guide de la Vallée d'Aoste" in collaborazione con lo storico Claude Bich.
Insomma, nel suo piccolo, Valtournenche si è rivelata interessante e curiosa, oltre che immersa nel verde della vallata. Veramente una sosta gradita!

martedì 26 luglio 2011

Torta decorata per anniversario

La mia torta per l'anniversario di matrimonio, che è stato lo scorso mese di giugno, però eravamo in montagna e non potevo spadellare nell'agriturismo, e così ora mi sono sbizzarrita. Pandispagna di 6 uova, farcitura di panna e pesche macerate nel porto, il tutto rivestito di pasta di zucchero fatta con i mashmallow e decorata con fiori di marshmallow e ghiaccia reale. Una delizia per il palato e per essere il mio primo esperimento di torta rivestita di zucchero devo dire che anche per gli occhi è abbastanza un bel vedere. Che ne dite? Ecco il passo passo fotografico della torta...

lunedì 25 luglio 2011

terremoto...

Eccomi qui... il terremoto di oggi mi ha spronato a scrivere per rassicurarvi... è stata una scossa intensa e qui a Torino si è sentita piuttosto bene anche se l'epicentro era nel pinerolese. Tuttavia non vi sono stati danni, e questo ciò che ha più importanza. Per fortuna è avvenuta di giorno, la notte essere svegliati di soprassalto da questi eventi è sempre più traumatico. L'ufficio nel quale lavoro è stato velocemente evacuato al suono dell'allarme. Qualche minuto fuori in strada e poi ognuno è tornato alle sue occupazioni sperando che non si ripetesse.

martedì 19 luglio 2011

Pomeriggio a Issogne

Eccomi a continuare il racconto dei tre giorni valdostani… Dopo aver visitato il castello di Verres e il suo abitato abbiamo pranzato. Da Verres ci siamo poi spostati a Issogne. Lasciata l’auto nel piazzale abbellito da alberi e dal monumento agli alpini, si sale verso il centro del paese e a pochi metri sulla destra appare l’ingresso del castello. Un vialetto conduce ad un ampio prato delimitato da siepi di rose e di ortensie fiorite, sulla destra una fontana realizzata con antiche macine di mulino.
Raggiunta la biglietteria nella dependance, siamo arrivati sul filo di lana, appena in tempo per la visita guidata. Ci accompagna una ragazza, giovane ma preparata, che ci introduce all’interno del cortile. Se di fuori il castello appare come un palazzo spoglio e anonimo all’interno è una vera sorpresa. Il castello occupa tre lati, mentre il quarto si affaccia su un giardino all’italiana. La guida ci fa notare come sulle facciate del cortile si trovi il “mirroir puor les enfants” affreschi raffiguranti i rami della famiglia Challant con le alleanze matrimoniali allo scopo di trasmetterle ai posteri. Al centro della corte la fontana del melograno, una vasca ottagonale con al centro un albero di melograno in ferro battuto dove l’acqua fuoriesce da piccoli draghetti. La fontana voleva rappresentare la fertilità (il melograno) e la forza (le foglie di quercia) della casata Challant. L’edificio presenta al piano cortile un porticato con volte a crociera nelle cui lunette si trovano affreschi raffiguranti scene di vita quotidiana, ad esempio il fornaio inforna il pane appena impastato, il sarto misura le pezze di tessuto mentre le guardie sedute al tavolo giocano a carte; affreschi che oltre a decorare servivano a celebrare l’abbondanza e la pace che regnavano grazie alle capacità diplomatiche del signore del castello. A metà del porticato una porta conduce alla sala da pranzo comunicante con la cucina tramite un passavivande. La cucina è divisa in due parti da un’arcata e caratterizzata da tre grandi camini. Accanto i locali destinati alla dispensa e alla scala principale vireè, ossia una scala a chiocciola in pietra, a lato della quale si trova la sala d’onore del castello. Si accede alla sala di giustizia tramite una bussola in legno, la bussola è una porta doppia che si trova anche in altri locali per creare una sorta di anticamera tra ambienti che si aprono su spazi più freddi in modo da ridurre la dispersione di calore. Nella salle basse l’arredamento è costituito da stalli in legno i cui originali si trovano nel Museo di Torino,le pareti sono decorate con motivi che imitano stoffe e paesaggi di caccia e di vita cortese visti attraverso un colonnato. Salendo al primo piano si entra nella camera di Marguerite de La Chambre che comunica con un piccolo ambiente quadrato voltato a crociera, l'oratorio di Marguerite, affrescato con scene della vita della Vergine. Sempre al primo piano si trova la stanza di René di Challant che comunica con la cappella. Una cancellata in legno separa l'ambiente della cappella in una parte destinata ai signori del castello e in una destinata al personale di servizio. L'altare è arricchito da un bel trittico fiammingo. Al secondo piano si trova la stanza di Giorgio di Challant arredata come quella sottostante appartenuta a Marguerite de la Chambre, comprende cioè un letto a baldacchino del XVI secolo (più corto dei nostri letti perché pare che a quel tempo si dormisse seduti per agevolare la digestione), una credenza e una sedia in stile tardogotico. Dalla camera di Giorgio di Challant si accede al suo oratorio privato, un piccolo locale quadrato, completamente affrescato con scene della crocifissione ad opera di un anonimo artista autore anche degli affreschi dell’oratorio di Marguerite de La Chambre. Accanto vi è la "sala del re di Francia", che deve il suo nome dall'aver probabilmente ospitato il re di Francia Carlo VIII durante il suo passaggio in Italia nel 1494. Terminata la visita ci soffermiamo ancora nel giardino, per riposarci un po sulle panche all’ombra e fare qualche foto dell’esterno, da qui oltre la cinta del castello spingendo lo sguardo più in là si ammira il castello di Verres. Come prima giornata è stata abbastanza impegnativa, ci avviamo al B&B per rinfrescarci e cambiarci per la sera. La nostra meta è Cervinia, dove ci fermiamo per la cena. Evidentemente questo periodo è ancora considerato bassa stagione perché nel parcheggio sostano appena quattro auto compreso la nostra e nella via pedonale del passeggio solo qualche anima. Scendiamo dall’auto e dopo pochi passi ci rendiamo conto del perché di tanto deserto: un vento gelido spazza la via centrale e il termometro digitale accanto all’insegna di un negozio segna 11 gradi nonostante siano le ore 19e30 del 24 giugno. Del resto abbiamo lasciato la nostra città per scappare dall’afa e dunque di che ci lamentiamo?  Passeggiamo un po’ infreddoliti e giunti al termine della via ci appare l’imponenza del monte Cervino che nasconde un po’ la sua cima dietro una bella nuvoletta.
Qualche foto e poi a cena nel calduccio di un locale tipico rivestito in legno. Al termine della cena ci dirigiamo decisamente a passo svelto verso l’auto e torniamo al B&B per la notte. Domani altri castelli ci attendono.

venerdì 15 luglio 2011

Valle d'Aosta - castello di Verres

Venerdì 24 giugno con un minimo di bagaglio e armati di macchina fotografica e cinepresa siamo saliti in auto con destinazione la Valle d’Aosta. Abbiamo lasciato l’autostrada all’uscita di Verres dove però abbiamo avuto un inconveniente: non trovavamo più il biglietto di entrata in autostrada. Panico: mio marito era dell’idea che l’avessimo smarrito nella sosta caffè fatta a Scarmagno, mentre io ero certa che dall’auto non si era mosso. Tuttavia non si è trovato e così al casello abbiamo pagato 7 euro e rotti e ci è stato rilasciato il tagliando di mancato pagamento per restanti 64 euro ovvero per la tratta più lontana che dovrebbe essere Taranto (noi che invece eravamo entrati in autostrada a Torino). Diciamo che la vacanza non è iniziata sotto i buoni auspici ma il paesaggio e la cittadina di Verres hanno presto dissolto il nostro malumore.
Il castello di Verres
Scalinata di piazza Chanoux mulattiera
Parcheggiato l’auto ci siamo avviati verso il castello. Ora dovete sapere che per raggiungere il castello di Verrès vi sono due strade: · una mulattiera appena rimessa a nuovo che parte dal centro paese ovvero dalla scalinata di piazza Emile Chanoux · la strada asfaltata che parte da piazza Europa. La prima percorre la vecchia mulattiera, riadattata ma comunque abbastanza ripida; la seconda sale sino ad una piazzola seconda piazza dalla quale una stradina in discesa, poco più di 100 metri porta all’imbocco dell’ultimo tratto di mulattiera da percorrere per giungere al’ingresso del castello. E sì perché il castello è costruito su uno sperone roccioso a strapiombo sul fiume Evançon, questo perché il castello era una fortezza militare costruita intorno alla fine del 1200, ma ricostruita tra il 1360 e il 1390 da Ibleto di Challant. Noi ovviamente non avendo trovato l’indicazione per la strada asfaltata ci siamo fatti la mulattiera!!!!ohi ohi … che arrampicata sotto il sole!!
Torrente Evançon
Comunque arrivati all’ingresso il panorama è piacevole, si domina il centro di Verres con l’antica Collegiata e poco lontano si scorge il castello di Issogne.



La Collegiata

Il castello di Verres è un grosso cubo di 30 metri di lato e dalle mura spesse 2 metri. Ha un ponte levatoio, che immette in un ambiente che non è ancora il cortile del castello. Questo si raggiunge solo dopo aver passato un portone gotico. Il cortile è quadrato con al centro un pozzo collegato alla cisterna che aveva lo scopo di raccogliere l’acqua piovana, infatti il cortile non è coperto dal tetto. Ciò che attira l’attenzione è lo scalone che corre seguendo le mura e conduce ai piani superiori; è una scala ad archi rampanti. Dal cortile, a piano terra, si aprono su ogni lato delle porte. Qui si trova la cucina e due grandi saloni con la volta a botte che doveva essere in origine adibiti a magazzino per l’artiglieria e a sala d’armi. Salendo lo scalone, al primo piano i locali erano gli appartamenti dei signori del castello: vi è una cucina con tre grandi camini collegata alla sala da pranzo da un passavivande e la camera da letto. Le stanze erano riscaldate da grandi camini in pietra e dalle braci poste in appositi angoli delle stanze. Queste stanze erano illuminate da finestre a bifora molto eleganti, trecentesche, più ampie rispetto a quelle degli altri locali. Il secondo piano non è al momento visitabile, si devono ultimare i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza. L’interno non è fotografabile né si possono fare riprese e così sarà per gli altri castelli che visiteremo. La visita è stata molto interessante, il ragazzo che ci ha fatto da guida ci ha spiegato gli usi passati ed attuali del castello. Infatti ai giorni nostri nel castello di Verres si svolge ogni anno il Galà di carnevale, una cena in costume che apre il carnevale con la presentazione dei personaggi i conti Caterina e Pierre.

mercoledì 13 luglio 2011

Eccomi tornata a postare, non che le mie vacanze siano state così lunghe ma continuo ad avere problemi con il pc e così utilizzo quello di mio marito quando è libero… quasi mai. Allora, in queste settimane cadeva il mio terzo anniversario di matrimonio, e così ci siamo chiesti cosa ci regaliamo? Visto che entrambi eravamo stanchi, visto che qui in città l’afa si faceva sentire e visto che il week end del 25 giugno da noi si allungava per la festività di San Giovanni che è festa patronale, perché non andare da qualche parte? Messo mano ad internet e valutato che tre giorni non consentono di andare troppo lontano senza stress, abbiamo optato per la Valle d’Aosta. Entrambi abbiamo sempre sentito parlare dei castelli valdostani e quale occasione migliore per fare un giro!!!
Così grazie a internet abbiamo trovato un grazioso agriturismo immerso nel verde a 1600 metri in Valtournenche, ad appena 7 km da Cervinia.

Un posto bellissimo... prossimamente ve ne parlerò, per ora guardete dove sono stata! non sembra di veder apparire Heidi da un momento all'altro?

mercoledì 6 luglio 2011

Un giardino medievale in centro città


Oggi nella pausa pranzo ho fatto quattro passi sino in piazza Castello che è praticamente l'ombelico di Torino. Ho visto molti turisti, soprattutto cinesi e giapponesi ma soprattutto sono andata a curiosare nel fossato di palazzo Madama. Vi chiederete che mai ci sarà nel fossato da attirare la mia attenzione, beh soddisfo subito la vostra curiosità: c'è un giardino medievale! Tutto intorno a Palazzo Madama corre il nuovo Giardino Medievale che è stato inaugurato e aperto al pubblico ieri. Il giardino è stato ricostruito seguendo i documenti medievali della versione quattrocentesca dell'architetto Ludovico D'Acaja: l’hortus ovvero l'orto, il viridarium cioè il bosco e il frutteto, e il iardinum domini vale a dire il giardino del principe. A questi si aggiunge la presenza di alcuni ambienti tradizionali come la falconara, la porcilaia e il recinto delle galline, anche se gli animali non sono vivi ma sono semplici sagome di legno. Per ora ho curiosato dall'alto, ma uno di questi giorni andrò a vedere da vicino, per adesso vi pubblico alcune foto prese da piazza castello.

lunedì 4 luglio 2011

Nozze fiabesche nel Principato di Monaco

Si è celebrato sabato scorso nel principato di Monaco il matrimonio religioso tra Charlene Wittstock e il principe Alberto. Il rito religioso si è svolto il giorno dopo a quello civile nel cortile d'onore del Palazzo Reale alla presenza di 850 invitati. Tra gli ospiti Carlo e Camilla di Borbone, Mario Pescante vice presidente del Comitato Olimpico, Umberto Tozzi, Roberto Cavalli, Giorgio Armani, Karl Lagerfeld, Roger Moore, Naomi Campbell, Nicola Sarkozy e molti altri.

La sposa bellissima indossava un abito creato da Giorgio Armani, veramente spettacolare eppure semplice, dritto con un lungo strascico questo abito si dice che abbia richiesto 2500 ore di lavoro per confezionarlo e ricamarlo con circa 40 mila cristalli Swaroski e perle che creavano fantasie floreali.

Molti hanno paragonato il matrimonio del Principe monegasco con quello reale inglese, e qualche malelingua lo ha definito il più noioso dell'anno. Personalmente non lo ritengo tale e credo che questa mia idea venga ampiamente condivisa anche da altri. La cerimonia religiosa sicuramente ha di per sè un certo tono serioso, come del resto deve essere, in quanto il matrimonio cattolico ha dei valori più profondi di quello civile (per chi è credente, ovviamente). Tuttavia la cerimonia è stata resa leggera dalle musiche: Celebration di PAul McCartney, dall' interpretazione di Andrea Bocelli che ha intonato l'Ave Maria di Schubert , sino a 'Click Song', una canzone tradizionale sudafricana interpretata da Pumez Matshilkiza.

Altro che noioso! Bellissima l'emozione degli sposi, la dolce espressione di Charlene, le complici ma romantiche strizzatine d'occhio fra Charlene e il suo Principe. Piuttosto bisognerebbe stendere un pietoso velo sulla cronaca che Rai1 ha trasmesso, in quanto il giornalista Franzelli e le sue ospitihanno parlato sopra ai momenti più importanti e solenni della cerimonia raccontando pettegolezzi, anedotti sportivi e politici fuori luogo.

Come nel matrimonio reale inglese non sono mancate signore con mise eccentriche, e soprattutto cappellini curiosi... eccone alcuni

Grazie a Dio a Monaco non ci sono state Pippe a rubare la scena alla sposa e neppure lati B a turbare i sonni ..... solo l'emozione di due sposi per il loro futuro e le loro responsabilità.

Quindi speriamo che come nelle belle favole Charlene e il suo PRincipe possano vivere felici e contenti.

mercoledì 29 giugno 2011

il bunet

Il bunet è un tipico dolce al cucchiaio del Piemonte, forse un po’ calorico, ma piace un po’ a tutti e siccome va servito freddo è adatto anche in estate. Ecco come lo faccio io: 5 uova intere 1 tazza di caffè 70 g di cacao in polvere amaro 10 amaretti medi 250 g di zucchero semolato 1 litro di latte intero Un bicchierino di liquore, dipende cosa ho disponibile (cognac, whisky, marsala secco…)
In un pentolino metto a bollire il latte con gli amaretti. A parte sbatto le uova con 180 g di zucchero, aggiungo il cacao in polvere, la tazzina di caffè, il liquore e mescolo il tutto. Aggiungo poi questa miscela al latte che ho preparato con gli amaretti e mescolo ancora. In uno stampo, che generalmente è quello rettangolare da plumkake, preparo il caramelloe quando questo è ben distribuito sul fondo e della densità giusta, verso ciò che ho preparato e metto a cuocere in forno a bagno maria per circa 60 minuti a 100° c. Una volta cotto, lo estraggo dal forno e lo faccio raffreddare. Quando è del tutto freddo lo metto in frigorifero per un paio d’ore e lo sformo una mezzora prima di servirlo guarnito con amaretti o per i più golosi ciuffi di panna montata e granella di nocciole.

giovedì 23 giugno 2011

Ricordo delle elementari

Erano anni che la cercavo! una poesia che ricordo mi era stata dettata alle elementari dalla mia maestra e ricordavo che la leggeva da un libro piuttosto spesso e con la copertina gialla.... son passati trenta e più anni e finalmente in un negozio del centro, una libreria aperta da poco ma che si occupa anche di editoria locale, ecco che vedo un libro che mi fa tornare a galla un bel ricordo d'infanzia... entro, lo sfoglio, e ...oplà ecco la poesia che cercavo da tanto.... e siccome domani è San Giovanni patrono di Torino, quale occasione migliore per proporvela!
                                              Torino                                            
  Quante volte tra i fiori, in terre gaie,
sul mare, tra il cordame dei velieri,
sognavo le tue nevi, i tigli neri
  le dritte vie corrusche di rotaie,
l’arguta grazia delle tue crestaie,
 o città favorevole ai piaceri!
                         E quante volte già, nelle mie notti d’esilio,
resupino a cielo aperto, sognavo sere torinesi,
certo ambiente caro a me,
certi salotti beoti assai, pettegoli,
bigotti come ai tempi del buon Re Carlo Alberto….
"… se ‘l Cônt ai ciapa ai rangia për le rime…"
"Ch’a staga ciutô…" – "’L caso a l’è stupendô!…"
                         "E la Duse ci piace?" – "Oh! Mi m’antendô pà mi a teatrô i vad për divertime…"
"Ch’a staga ciutô!… A jntra ‘l Reverendô!…"
           S’avanza un Barnabita, lentamente…
stringe la mano alla Contessa amica
siede col gesto di chi benedica…
Ed il poeta, tacito ed assente,
       si gode quell’accolita di gente
         ch’a la tristezza d’una stampa antica…
Non soffre. Ama quel mondo senza raggio di bellezza,
 ove cosa di trastullo è l’arte.
Ama quei modi e quel linguaggio
e quell’ambiente sconsolato e brullo.
Non soffre. Pensa Giacomo fanciullo
                                             E la "siepe" e il "natìo borgo selvaggio".                                                
I                        Come una stampa antica bavarese vedo al tramonto il cielo subalpino…
Da Palazzo Madama al Valentino
ardono l’Alpi fra le nubi accese…
E’ questa l’ora antica torinese,
 è questa l’ora vera di Torino…
L’ora ch’io dissi del Risorgimento,
      l’ora in cui penso a Massimo d’Azeglio adolescente,
a I miei ricordi, e sento d’essere nato troppo tardi…
 Meglio vivere al tempo sacro del risveglio,
             che al tempo nostro mite e sonnolento!
              Un po’ vecchiotta, provinciale,
fresca tuttavia d’un bel garbo parigino,
                in te ritrovo me stesso bambino,
             ritrovo la mia grazia fanciullesca
e mi sei cara come la fantesca che m’ha veduto nascere, o Torino!
    Tu m’hai veduto nascere,
 indulgesti ai sogni del fanciullo trasognato:
tutto me stesso, tutto il mio passato,
i miei ricordi più teneri e mesti dormono in te,
sepolti come vesti sepolte in un armadio canforato.
                         L’infanzia remotissima… la scuola… la pubertà…
la giovinezza accesa… i pochi amori pallidi… l’attesa delusa…
il tedio che non ha parola… la Morte e la mia Musa
con sé sola, sdegnosa, taciturna ed incompresa.
         Ch’io perseguendo mie chimere vane
pur t’abbandoni e cerchi altro soggiorno,
ch’io pellegrini verso il Mezzogiorno a belle terre tepide lontane,
la metà di me stesso in te rimane
e mi ritrovo ad ogni mio ritorno.
                         A te ritorno quando mi rabbuia Il cuor deluso da mondani fasti.
Tu mi consoli, tu che mi foggiasti
Quest’anima borghese e chiara e buia
                         dove ride e singhiozza il tuo Gianduia
che teme gli orizzonti troppo vasti…
Eviva i bôgianen…Sì, dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!
                         Buona è la vita senza foga, bello goder di cose piccole e serene…
A l’è questiôn d’ nen piessla…
Dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!…
-
    Guido Gozzano

lunedì 20 giugno 2011

nel giorno della Consolata

nel giorno della festa della Consolata ho pensato di omaggiare la Madonna tanto cara ai Torinesi con unapoesia scritta da un noto poeta dialettale: Nino Costa. La Consolà A randa d'ij rastei d'la Tor roman-a - ultim avanss d'un'epoca dëstissa - con n'aria 'd serietà tuta nostran-a la Conssolà l'è lì: bassa e massissa: senssa spatuss: come na brava mare ch'a l'ha 'd fastidi gròss për la famija e a ten da cont le soe memòrie care, ma veul nen esse 'd pì che lòn ch'a sia. Davanti a chila j'è 'd masnà ch'a coro, d'ovriere ch'a passo e 'd sartoirëtte; pòver ch'a ciamo; preive ch'a dëscoro, e le veje ch'a vendo le candlëtte. So ciochè, lì davsin, - ombra severa dle glòrie dle passion d'un'aotra età - ch'a l'ha goernà la Cros e la bandiera, fedel come n' tropiè d'ij temp passà, adess ch'a l'è vnù vei, tut-un a manda dsora dël mond ël son dle soe campan-e come na vos ch'a prega e as racomanda për tute quante le miserie uman-e, e sla piassëtta, con so cit an brass, la Madonin-a bianca s'la colòna, goardand an giù la gent ch'a fa 'd fracass, e l'ha 'n soris da mama e da Madòna. - Nino Costa

domenica 19 giugno 2011

palazzo carignano

Sabato abbiamo dedicato la mattina alla visita degli appartamenti di Palazzo Carignano. Infatti in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia sono stati riaperti al pubblico, dopo più di cinquant'anni, gli appartamenti barocchi di palazzo Carignano caratterizzati dalla pittura del Legnanino, ovvero del pittore Stefano Maria Legnani, attivo a cavallo fra il 1600 e il 1700.
La visita che dura circa un'ora è molto interessante grazie alle spiegazioni della guida, e si snoda fra gli appartamenti che ospitarono lo studio del conte di Cavour, l’Appartamento di Mezzogiorno, noto anche come “Appartamento dei principi” famoso per le boiseries e gli specchi che ne rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte, lo splendido scalone monumentale ideato da Guarino Guarini che conduce al Parlamento Subalpino. La visita ci ha portato anche in alcune parti generalmente segrete per un palazzo d'epoca, vale a dire, come le scale elicoidali su piazza Carignano e i suggestivi sotterranei. Negli appartamenti oltre agli affreschi sono visibili una trentina di opere, provenienti da chiese, palazzi e musei di tutta Italia. In buona parte sono opere del Legnanino, altre di maestri suoi contemporanei quali Andrea Pozzo e Carlo Maratta. La mostra resta aperta sino al 26 giugno a 10 euro il biglietto intero, poi vi sono i ridotti , mentre è gratuita e comprensiva di guida per chi è in possesso dell'abbonamento musei. E' possibile fotografare gli affreschi del palazzo mentre vi è divieto per i dipinti esposti.
Lo studio di Camillo Benso conte di Cavour.

venerdì 17 giugno 2011

mercoledì 15 giugno 2011

Marino Moretti

Giugno
Stormiscono le fronde nell'aria greve,
e il sole ride alle prataiole ed alle biche bionde,
e rende tutto d'oro il campo donde arriva la canzone giuliva nell'agreste lavoro.
Ecco è piena la spica e la falce è nel pugno;
e il buon sole di giugno rallegra la fatica.
E la canzone sale dal campo del lavoro
e s'accompagna a un coro stridulo di cicale:
e sale il canto anelo da bocche pia lontane
lodando in terra il pane ed il buon Padre in cielo.
-
Marino Moretti

martedì 14 giugno 2011

Privacy

Non so voi, ma a me è già la quarta volta che capita...
squilla il cellulare, un numero è visualizzato sul display.
Non è tra quelli in rubrica quindi non viene visualizzato alcun nome corrispondente...
boh... chi sarà??? eppure, tolta la vodafone che è il mio gestore, le persone che hanno il mio numero sono tutte presenti in rubrica. Rispondo o non rispondo? ...
Sarei tentata di no, ma la parte ansiosa di me salta fuori e mi dice :"..- e se fosse qualch'uno che mi avvisa che qualche parente non sta bene ed ha bisogno di me?" e così rispondo, e un buongiorno caloroso, affabile, mi accoglie dall'altra parte e aggiunge "sono il signor Pincopincopallo dello staff elettorale di Piripicchiotillo, del partito di nonproprioincentronontroppoadestramaunpomenodisinistraforseunpopiùsu la disturbo (aaahhh dunque lo sai che mi disturbi, penso già spanzientita non tanto perchè magari non sei del mio partito preferito, se mai ne avessi uno, ma perchè mi chiami su un numero strettamente personale, sono le tre del pomeriggio e sono in ufficio a lavorare), la disturbo per informarla che il nostro candidato Parepacchio Piripicchiotillo organizza per domani sera una festa di fine campagna elettorale presso il cinema Victoria dove presentarà i punti del suo programma. Pensa di poter intervenire?...
Ora mi chiedo, dove cavolo l'hanno preso il mio numero, che ho sempre negato l'autorizzazione ad inserirlo negli elenchi????
e dove sta di casa la privacy?
E' ormai più rara della pietra filosofale, e prossimamente se si sopravviverà alla distruzione del mondo prevista dai Maya per il 2012, diverrà anche oggetto di una speciale puntata di Voyager!
Essì, perchè in campagna elettorale è buono e giusto che sti can-didati o i loro galoppini ci rompano gli zebedei cercandoci anche sul cellulare e in qualsiasi orario in barba alla privacy e alla buona educazione, ma poi se un giorno dovessimo contattare noi l'eletto, eh cari miei, persino nel suo ufficio si farebbe negare, figurarsi avere il suo numero di telefono personale... sa, c'è la privacy, ci verrà risposto... la privacy che come l'araba fenice risorgerà a elezioni terminate.

Una serata speciale.

In questa settimana caotica come sempre, con tutta questa pioggia che è venuta giù, c’è stato però un momento di piacevole relax. Sono stata invitata a cena in uno dei ristoranti più eleganti di Torino, lo storico Cambio. Posto in una bella piazza, piazza Carignano, di fronte all’omonimo palazzo seicentesco progettato da Guarino Guarini ed in origine destinato ad ospitare il primo Parlamento Subalpino. Il ristorante è suggestivo: ha mantenuto gli arredi originali dell’epoca, pavimenti in legno, tappeti, velluti rossi per i divanetti e le sedie, lampadari in cristallo, giochi di specchi alle pareti L’accoglienza è quella consona per il tipo di locale di un certo livello: aperitivo di benvenuto servito in veranda e poi accompagnata al tavolo nella sala Cavour, la sala dove una targhetta ricorda il tavolino dove lo statista era solito pranzare.
Leggo sul menu che la mia cena sarà composta da 5 portate, gazpacho con melanzane e robiola di roccaverano e vitello tonnato come antipasti, come primo un risotto carnaroli acquerello con verdure, un arrosto di fassone come secondo con contorno di purè e carote, tutto annafiato da vino nebiolo. Il dolce è invece servito in un ampio piatto di porcellana e consiste in un semifreddo allo zabaione con salsa di lamponi accompagnato da un buonissimo moscato, ed infine il caffè. Tutto buonissimo, atmosfera d'altri tempi e compagnia piacevole.... Alla mezzanotte però son dovuta tornare di fretta a casa, per timore che la carrozza si dissolvesse e tornasse zucca... :-)

giovedì 2 giugno 2011

Aprile a Padova

Continuo il racconto della vacanza primaverile in Veneto. Intera giornata dedicata a Padova.... e sì ce ne sono di cose da vedere. Siamo arrivati intorno alle 10 di mattina e abbiamo parcheggiato vicino alla chiesa della Torricella, non lontana dalla bella Piazza di Prato della Valle.

Ci siamo diretti subito verso questa piazza per ammirarne l'architettura armoniosa e per visitare la Basilica di Santa Giustina. Chiesa dalla struttura monumentale, ricorda come spazi e dimensioni la romana Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Entriamo in Santa Giustina per la visita accolti dai grifi posti sulla scalinata; l'interno, 122 metri a croce latina e a tre navate è di stile rinascimentale. La visita è stata interessante in quanto nella Basilica, a destra, si apre un passaggio per il Pozzo dei Martiri dove sono raccolte tutte le reliquie dei martiri padovani; sulla destra una gabbia in ferro che si dice abbia contenuto le reliquie di San Luca. Di qui si prosegue e si giunge al Sacello di S. Prosdocimo, una piccola cappella con decorazioni marmoree.
Una volta visitata la chiesa di Santa Giustina ci siamo avviati verso la Basilica del Santo, ovvero Sant'Antonio da Padova. Seppur con la facciata in restauro abbiamo fatto le foto ricordo d'obbligo davanti alla Basilica e alla statua equestre del Gattamelata. All'interno nonostante sia riccamente ornata, lo sguardo va subito alla cappella a sinistra dove in un sepolcro di marmo verde sono conservate le spoglie del Santo. Qui diligentemente ci si mette in fila per passare davanti alla tomba e sfiorarne il marmo con la mano, lasciare un foglietto con una preghiera o una richiesta e magari anche un cero nell'apposito cesto. Un'altra cappella molto visitata è quella nella quale è esposto il tesoro della Basilica, con arredi sacri e reliquie del Santo. Terminata la visita alla Basilica si può accedere al Chiostro o meglio ai chiostri ben 4 ognuno diverso. Uscendo dalla Basilica decidiamo di fare una pausa per il pranzo, ma subito dopo riprendiamo la visita della città con le sue vie e piazze più importanti. Percorriamo via Roma poi svoltiamo a sinistra e ci fermiamo per rinfrescarci con un gelato in piazza delle Erbe sulla quale si affiacciano le logge del palazzo della ragione e l'alternarsi del colore delle tende realizza un enorme tricolore italiano in onere dei 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Alle spalle della piazza delle Erbe troviamo la piazza della Frutta, dove stanno finendo di smontare le bancarelle del mercato e di ripulire la piazza. Continuiamo la passeggiata sino in piazza dei Signori dove ammiriamo l'orologio astronomico poi decidiamo di visitare il Duomo. Scopriamo che il Duomo e il Battistero si affacciano sulla piazza del Monte di Pietà ed accanto all'arco Vallaresso. Il Duomo è ancora chiuso, decidiamo di attendere in loco l'apertura ma fa davvero caldo e non c'è una panchina dove sedersi e riposare. Scopriamo che invece il Battistero è aperto e visitabile con pochi euro: Entriamo. L'interno è fresco e subito ci conquista con le sue pareti dipinte. Il Battistero è romanico e intitolato a San Giovanni Battista, è del XII secolo, quadrato ma con un alto tamburo circolare e cupola. Il ciclo di affreschi commissionati a Giusto de' Menabuoi rappresenta ancora oggi uno dei cicli pittorici più spettacolari e meglio conservati del trecento che raccontano le storie della Genesi, dell'Apocalisse e di S.Giovanni Battista. Bellissimo..... ma la visita a Padova non è ancora finita e presto vi racconterò il resto.
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mercoledì 1 giugno 2011

Bambini mollaccioni e genitori ....

Stamattina andando in ufficio sono, come tutte le mattine, passata davanti ad un noto collegio privato torinese che ha la sua sede in centro città, erano le 8 o giù di lì e appena imboccata la via ecco due SUV davanti a me che si fermano uno in seconda fila ed uno con due ruote sul marciapiede, proprio di fronte all’ingresso della scuola. Da entrambi ho visto scendere due ragazzini, circa 12 – 14 anni e entrare con il loro zainetto nella scuola. All’incrocio stessa scena, una macchina non proprio utilitaria ferma a cavallo tra marciapiede e via ed un altro ragazzotto coetaneo dei primi due che scende, tanti saluti alla mamma che si sporge dal finestrino e poi dentro allo stesso collegio. Al di là della stizza provata per la poca educazione di questi automobilisti che non hanno rispetto né del codice della strada né degli altri automobilisti non ho potuto far a meno di pensare ad una notizia letta su un quotidiano che comunicava come l’Essex University abbia dimostrato con prove alla mano che i bambini d’oggi hanno subito una notevole perdita di forza muscolare rispetto ai loro coetanei di 10 anni fa. Dalla ricerca di quest’università è emerso che tra il 1998 e il 2008 la forza delle braccia dei ragazzi è scesa del 26%. Ai ragazzini d’oggi mancherebbero le arrampicate sugli alberi, i salti e le attività all’aperto scalzate dall’uso sempre più diffuso dei computer, della tv e da dei genitori ansiosi ed apprensivi…E qui sicuramente mi farò dei nemici, ma a me piace dire pane al pane e vino al vino, perchè grazieaddio credo ancora che si possano avere opinioni diverse sulle cose e non omologarsi pateticamente gli uni agli altri, insomma dicevo genitori eccessivamente protettivi quelli che accompagnano i figli a scuola con i SUV fin quasi dentro all'atrio e che usano quel modello di auto, ingombrante, massiccia, alta e più costosa, non tanto come status simbol qual è (no loro sono superiori, neanche ci pensano a queste cose) ma un mezzo indispensabile come se abitassero in mezzo alla tundra e non sul corso più trafficato e pianeggiante della città, quelli che devono sempre avere l’auto sotto il sedere altrimenti si stancano....volete avere il SUV per dimostrare chissà che (come se il valore della persona si potesse misurare in cavalli fiscali) ma almeno guidate con un po' di buon senso e civiltà invece che se vi fosse permesso passereste anche sopra a tutti gli altri comuni mortali!

martedì 24 maggio 2011

il ciclista urbano

Eccomi qua, quest'oggi vi parlo di belle giornate e di gite in bicicletta. Per chi vive in città l'inquinamento è un problema, industrie, riscaldamento, auto, tutto produce inquinamento e polveri, e se non piove sono guai. Per fortuna l'istituzione di piste ciclabili e iniziative come Tobike ovvero il bike sharing in città ha favorito un notevole incremento dell'uso della bicicletta per gli spostamenti in centro città. Peccato però che i moderni ciclisti non sappiano le regole del civile pedalare o semplicemente se ne freghino. E non ci sarebbe nulla da eccepire se di mezzo non ci fosse la salute e il penale per chi viene a "contatto" col ciclista, ovvero il pedone investito sotto i portici o nelle aree pedonali, l'automobilista che investe il ciclista che non si attiene alle regole. E sì perchè si fa presto a dire "vado in bici" ma molti ignorano che esiste un regolamento stradale anche per le due ruote e il comune di Torino lp ha messo nero su bianco nel vademecum del ciclista urbano che potete trovare a questo indirizzo http://www.comune.torino.it/ambiente/bm~doc/vademecum-ciclista-3.pdf. In sostanza, siccome la legge non ammette ignoranza, il ciclista deve attenersi al Codice della strada come se fosse alla guida di un'auto, non deve quindi andare contromano, passare col semaforo rosso, non deve sorpassare a destra, non deve circolare sotto i portici, se ci sono piste ciclabili è tenuto ad usarle, deve segnalare l'intenzione di svolta con le braccia e fare attenzione ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida che potrebbe aprire le portiere dell'auto. Un paio di cose che i ciclisti di solito non fanno e che credono di essere nel giusto nel non fare: devono dare la precedenza ai pedoni nelle aree pedonali e devono tenere una velocità tale da evitare situazioni di pericolo e non sfrecciare come se si trovassero al giro d'Italia! Devono condurre a mano la bici ogni volta che incontrano un passaggio pedonale (le famose strisce) a meno che le strisce pedonali non siano affiancate da un tratteggio a quadrotti che segnala la continuità della pista ciclabile. E soprattutto devono ricordare bene che marciapiedi e portici sono adibiti solo alla circolazione dei pedoni. Non sempre l'automobilista è indisciplinato a volte è il ciclista che è ignorante! Quindi tutti in bici con queste belle giornate, ma rispettando i diritti dei pedoni e degli altri utenti della strada.

sabato 21 maggio 2011

buon week end con buonumore

Un sereno week end a tutte voi ... Pierino: singnora maestra, si può punire qualcuno per qualcosa che non ha fatto? Maestra: no di certo Pierino Pierino: Bene, perchè sa non ho fatto i compiti!

venerdì 20 maggio 2011

un premio per me!

E’ successo anche a me… il pc è andato in tilt e così per qualche giorno scriverò dal vecchio pc, con tutti i suoi limiti. Però Marzia è riuscita a risollevare il mio umore nero: mi ha assegnato il premio Stylist Blogger Award. Un grazie di cuore a Marzia di http://ilprofumodeililla.blogspot.com che ha premiato il mio blog! E’ il primo premio che il mio blog riceve in questo primo anno di vita è quindi è ancora più gradito. Se ho capito come funziona, devo descrivermi in 7 punti e girare il premio ad altre 7 blogger che poi dovranno fare altrettanto. Allora iniziamo dalla parte più semplice, le 7 cose su di me: 1 – sono una persona mooolto paziente; 2 – l’invidia per fortuna non mi appartiene; 3 – so essere generosa; 4 – mi piace imparare cose nuove; 5 – mi piace sognare ad occhi aperti anche se ho uno spiccato senso pratico; 6 – potermi dedicare a tempo pieno ai lavori creativi è il mio sogno nel cassetto; 7 – non sopporto la falsità e l'ipocrisia Ed ora ecco le blogger a cui giro il premio. Non me ne vogliano le altre amiche di blog che comunque ammiro e seguo con piacere, ma questo mio primo premio lo giro a: 1 – Federica di http://notedicioccolato.blogspot.com/ 2 – Clara di http://sweetcountryone.blogspot.com/ 3 - Piera di http://cucietaglia.blogspot.com/ 4 – Antonella di http://ilavoridigiufra.blogspot.com/ 5 – Tiziana di http://blogtizy.blogspot.com/ 6 – Serena di http://pasticciareinallegria.blogspot.com/ 7 – Paola di http://apropositodiuncinetto.blogspot.com/

domenica 15 maggio 2011

Torino - la notte dei Musei

Sabato 14 maggio abbiamo approfittato della "notte dei musei" ovvero dell'apertura serale di alcuni musei, per visitare Palazzo reale e la Galleria Sabauda.
Palazzo reale avevamo tentato di visitarlo più volte ma sfortunatamente sempre in coincidenza con i suoi turni di chiusura. Questa volta ci siamo riusciti: lasciata l'auto poco lontana dal centro con una breve passeggiata abbiamo raggiunto piazza Castello, entrati in piazzetta reale e quindi nel palazzo. La biglietteria ci ha rilasciato i biglietti per l'ingresso gratuito e spiegato di presentarci nel cortile d'onore dove avremmo potuto visitare le cucine reali e l'appartamento di madama felicita. Infatti due rampe di scale in pietra ci hanno introdotto nella dispensa dove su un gran tavolo in muratura serano disposti piatti di fragole ed altri cibi. Una porta introduceva nella ghiacciaia, una stanza tonda dove venivano conservate le derrate più delicate, poi l'entrata in locale dove venivano mostrate le caldaie, a cui seguiva una grande stanza con al centro quattro lavabi dove venivano lavati i piatti usati e trasportati dalla sala da pranzo alle cucine in canestri di vimini con fodere di cerata. In un'altra camera c'erano invece allineati sul tavolo forme per dolci e loro riproduzioni in resina. In un armadio a muro con vetrina altre forme per budini, sformati, pesciere ed altre forme.
Un locale era dedicato alla macelleria, dove facevano bella mostra di sè rappresentazioni di Cacciagione come fagiani, lepri ed anche un cinghiale.

Ci siamo poi affacciati nel locale cantina e nel piccolo antro dove un montacarichi consentiva di far salire il personale con le portate da servire nella sala da pranzo.
Dalle cucine siamo saliti poi all'Appartamento di Madama Felicita, dove si ammira la sala da pranzo con la tavola apparecchiata con preziosi servizi da tavola, porcellane e cristallerie, quindi il salottino della musica e infine la stanza della prima colazione. Le ultime sale di visita sono quelle nelle quali in armadi sono ordinatamente sistemati piatti, tazze, lattiere, zuppiere, insomma servizi da tavola ciascuno dei quali supera i 1000 pezzi, e ovviamente non possono mancare i cristalli, bottiglie, caraffe e bicchieri.
Terminata la visita soddisfatti di aver potuto ammirare ambienti che di solito non si considerano se si pensa ad un palazzo reale, la notte è ancora giovane e così decidiamo di fare quattro passi, di cedere alla golosità di un gelato mentre ci avviamo verso la Galleria Sabauda.
Anche la Galleria infatti partecipa all'iniziativa della notte dei musei. Qui l'afflusso dei visitatori è maggiore ed una volta entrati nel palazzo di via Accademia delle Scienze, conosciuto come il collegio dei Nobili, saliamo due piani e facciamo una decina di minuti di coda per l'ingresso alle sale espositive.
La Galleria è molto più grande di come me la ricordavo, del resto l'ultima visita risale a sei-sette anni fa, ed anche l'allestimento nel frattempo è stato variato. Abbiamo potuto ammirare dipinti come "La passione di Cristo" di Hans Memling, La veduta di Torino con il ponte sul Po di Bernardo Bellotto, le due vedute veneziane di Francesco Guardi, le nature morte dei pittori fiamminghi ed olandesi.

venerdì 13 maggio 2011

filetti di merluzzo

Filetti di merluzzo veloci
Capita, soprattutto quando si va di fretta, di dover attingere alla favolosa risorsa dei surgelati.
E' il caso di questi filetti di merluzzo che tengo nel freezer per risolvere una cena all'ultimo minuto.
Come li cucino? in modo semplice e veloce:
Scaldo in una padella dell'olio di oliva con uno spicchio d'aglio, poi metto i filetti puliti nella padella, anche se non sono del tutto scongelati. Una volta cotti da un lato li volto, aggiungo il sale, un po di vino bianco, un po' di passata di pomodoro e delle olive (in questo caso avevo in casa quelle snocciolate), cuocio ancora per qualche minuto e poi sono pronti per essere serviti.

manutenzione blog e post kaput

Questa sera scrivo più per sfogo che per voglia, sono stanca. Ieri pomeriggio tornata dall'ufficio, ho finito un post che avevo in bozza sulla visita alla Gipsoteca di Savigliano, l'avevo abbellito con le foto scattate domenica scorsa. Orgogliosa del mio lavoretto l'avevo rivisto una volta pubblicato, e poi mostrato a mio marito per avere il suo parere. Poi ieri sera ho cercato di rientrare in blogger per iniziare un nuovo post e mi veniva segnalato che blogger era in manutenzione. Oggi torno dal lavoro e mi collego e ... amara sorpresa, nella home page del mio blog non c'è il post di Savigliano, controllo fra i post pubblicati e niente, lo vedo in bozze ma contiene solo le prime righe che avevo registrato giorni fa quando avevo iniziato a scrivere il post. Niente frasi, niento foto. Chiaro che sono incavolata, dopo aver perso tempo a sistemarlo e a scegliere le foto non me lo vedo più pubblicato!!!

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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
by Renata

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