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venerdì 15 luglio 2011

Valle d'Aosta - castello di Verres

Venerdì 24 giugno con un minimo di bagaglio e armati di macchina fotografica e cinepresa siamo saliti in auto con destinazione la Valle d’Aosta. Abbiamo lasciato l’autostrada all’uscita di Verres dove però abbiamo avuto un inconveniente: non trovavamo più il biglietto di entrata in autostrada. Panico: mio marito era dell’idea che l’avessimo smarrito nella sosta caffè fatta a Scarmagno, mentre io ero certa che dall’auto non si era mosso. Tuttavia non si è trovato e così al casello abbiamo pagato 7 euro e rotti e ci è stato rilasciato il tagliando di mancato pagamento per restanti 64 euro ovvero per la tratta più lontana che dovrebbe essere Taranto (noi che invece eravamo entrati in autostrada a Torino). Diciamo che la vacanza non è iniziata sotto i buoni auspici ma il paesaggio e la cittadina di Verres hanno presto dissolto il nostro malumore.
Il castello di Verres
Scalinata di piazza Chanoux mulattiera
Parcheggiato l’auto ci siamo avviati verso il castello. Ora dovete sapere che per raggiungere il castello di Verrès vi sono due strade: · una mulattiera appena rimessa a nuovo che parte dal centro paese ovvero dalla scalinata di piazza Emile Chanoux · la strada asfaltata che parte da piazza Europa. La prima percorre la vecchia mulattiera, riadattata ma comunque abbastanza ripida; la seconda sale sino ad una piazzola seconda piazza dalla quale una stradina in discesa, poco più di 100 metri porta all’imbocco dell’ultimo tratto di mulattiera da percorrere per giungere al’ingresso del castello. E sì perché il castello è costruito su uno sperone roccioso a strapiombo sul fiume Evançon, questo perché il castello era una fortezza militare costruita intorno alla fine del 1200, ma ricostruita tra il 1360 e il 1390 da Ibleto di Challant. Noi ovviamente non avendo trovato l’indicazione per la strada asfaltata ci siamo fatti la mulattiera!!!!ohi ohi … che arrampicata sotto il sole!!
Torrente Evançon
Comunque arrivati all’ingresso il panorama è piacevole, si domina il centro di Verres con l’antica Collegiata e poco lontano si scorge il castello di Issogne.



La Collegiata

Il castello di Verres è un grosso cubo di 30 metri di lato e dalle mura spesse 2 metri. Ha un ponte levatoio, che immette in un ambiente che non è ancora il cortile del castello. Questo si raggiunge solo dopo aver passato un portone gotico. Il cortile è quadrato con al centro un pozzo collegato alla cisterna che aveva lo scopo di raccogliere l’acqua piovana, infatti il cortile non è coperto dal tetto. Ciò che attira l’attenzione è lo scalone che corre seguendo le mura e conduce ai piani superiori; è una scala ad archi rampanti. Dal cortile, a piano terra, si aprono su ogni lato delle porte. Qui si trova la cucina e due grandi saloni con la volta a botte che doveva essere in origine adibiti a magazzino per l’artiglieria e a sala d’armi. Salendo lo scalone, al primo piano i locali erano gli appartamenti dei signori del castello: vi è una cucina con tre grandi camini collegata alla sala da pranzo da un passavivande e la camera da letto. Le stanze erano riscaldate da grandi camini in pietra e dalle braci poste in appositi angoli delle stanze. Queste stanze erano illuminate da finestre a bifora molto eleganti, trecentesche, più ampie rispetto a quelle degli altri locali. Il secondo piano non è al momento visitabile, si devono ultimare i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza. L’interno non è fotografabile né si possono fare riprese e così sarà per gli altri castelli che visiteremo. La visita è stata molto interessante, il ragazzo che ci ha fatto da guida ci ha spiegato gli usi passati ed attuali del castello. Infatti ai giorni nostri nel castello di Verres si svolge ogni anno il Galà di carnevale, una cena in costume che apre il carnevale con la presentazione dei personaggi i conti Caterina e Pierre.

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
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