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martedì 7 novembre 2023

NOVEMBRE: RISOTTO ALLA ZUCCA

 Novembre è arrivato ed ha portato i suoi frutti, zucche e castagne sono infatti tipiche di questo periodo.

Io ho acquistato una zucca alla fiera di Volpiano... vi confesso che non ho molta fantasia nel cucinare la zucca ma il risotto è sicuramente il piatto che apprezzo di più forse perché comunica calore  e riscalda in queste grigie giornate.

E' un piatto che in questo periodo ripropongo tutti gli anni anche perchè non è per nulla difficile.

Io lo faccio per due persone, siamo solo io e mio marito, e utilizzo 100/120 g di riso, io adoro il carnaroli.

La preparazione inizia facendo tostare il riso con un po di olio evo in un tegame, e poi unendo del brodo, io uso quello vegetale, che deve essere aggiunto un po per volta, un mestolo alla volta, perchè il riso deve assorbire il brodo e non lessarsi. Se il riso ha un tempo di cottura di 12 minuti  a metà tempo aggiungerò al riso la zucca che io preparo in questo modo.

Prendo una fetta di zucca  con la buccia e prima di iniziare la cottura del riso la passo in forno, 200° per circa 20 minuti, in questo modo non fatico a separare la buccia dal resto della zucca. Prendo la polpa e la taglio a tocchetti e la soffriggo con una cipolla o uno scalogno tagliato a fettine sottili. Questa volta avevo dei porri in casa ed ho usato questi. Una volta preparata la zucca in questo modo, a metà cottura del riso la aggiungo al riso stesso e continuo la cottura aggiungendo poco per volta il brodo.


Assaggio per constatare che i chicchi di riso siano cotti ma non troppo, spengo il fornello e ci aggiungo una fettina di formaggio cremoso, può essere un taleggio, una gorgonzola... io in casa avevo della robiola bosina, faccio sciogliere e mantecare così l'amido sciolto nel brodo diventa una cremina.



Ed eccolo qui impiattato e pronto per essere assaporato, un profumo genuino di casa, di tradizione e di autunno.

sabato 4 novembre 2023

PES COJ, la tradizione piemontese

 Oggi vi mostro come fare un piatto che è molto legato alla tradizione Piemontese ed anche ai miei ricordi.  Si tratta dei "Pes Coj" o come vengono chiamati in altre parti del Piemonte "i capunet". Si tratta di involtini di verza, un piatto della tradizione che serviva a riutilizzare gli avanzi, veniva infatti usato l'arrosto che era avanzato e che opportunamente tritato si prestava a fare da ripieno.

Per fare i Pes Coj occorre sbollentare un cavolo verza e utilizzare le foglie più esterne quelle più dure e più grandi. 

Prendiamo una di queste foglie e la stendiamo su un tagliere ben distesa, a questo punto io ci metto una spolverata di parmigiano grattugiato, un ragù di carne che avevo preparato per i tagliolini e che ho avanzato (l'avevo preparato con un bel soffritto, della carne bovina tritata, della salsiccia e dei gusti, naturalmente il tutto sfumato con del vino e ammorbidito con della polpa di pomodoro), ma il ripieno potete un po giocarvelo come vi pare a seconda di cosa avete in casa, anche ritagli di prosciutto e formaggi.



Questo ripieno dovete cercare di metterlo al centro della foglia di verza, perchè dovrete ripiegare verso l'interno i lati e arrotolarla su se stessa per creare l'involtino.

Si cuoce in padella con un po d'olio e una noce di burro, girando l'involtino in modo da farlo colorire  su ciascun lato.

Una volta cotto si posa su uno scottex o carta assorbente per togliere l'eccesso di unto e lo si serve caldo. Vi assicuro che è molto buono, e sfizioso.





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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
by Renata

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