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sabato 30 agosto 2025

MARINO

" Lo vedi, ecco Marino,

la sagra c'è dell'uva,
fontane che danno vino,
quant'abbondanza c'è"

Ed eccoci in un altro caratteristico paese dei castelli romani: Marino

L'ingresso della città è su piazza Matteotti, al cui centro spicca la Fontana del Mori, dell'architetto Sergio Venturi  del 1632 edificata per volontà dei cittadini di MArino, per commemorare la vittoria di Marcantonio II Colonna nella battaglia di Lepanto del 1571.


Questo paese è famoso per la festa dell'uva che si tiene in ottobre, si racconta infatti che durante questa festa da alcune fontane sgorghi, anziché acqua, vino locale.

Passeggiando per il centro storico del paese, tra palazzi antichi e imponenti chiese arriviamo alla Basilica di San Barnaba con la sua facciata barocca


Nel 1889 il Comune di Marino commissionò allo scultore Michele Tripisciano la realizzazione della fontana del Tritone, grande fontana monumentale in travertino che venne collocata subito al centro della piazza  e durante la Sagra dell'uva la fontana del Tritone è una di quelle che partecipano al "miracolo delle fontane che danno vino".
All'interno la basilica si presenta a tre navate 


Nel presbiterio, sulla parete di fondo,  troneggia un grande quadro raffigurante il Martirio di San Barnaba, attribuito a Bartolomeo Gennari (1594-1661), allievo della bottega del Guercino, mentre sul lato destro vi è una nicchia in cui è collocato il monumento del cardinale Girolamo Colonna inginocchiato su un inginocchiatoio con lo stemma della famiglia colonna.
In paese troviamo anche l'imponente Palazzo Colonna, oggi sede del comune, ma che nel suo passato racconta storie di papi e di nobili famiglie.
Cogliamo l'occasione per un caffè in un locale che si affaccia su piazza Matteotti, il locale attira la nostra attenzione poichè è abbellito da modellini di mongolfiere, aerei, e paracadutisti, in maniera  molto simpatica

Avete mai fatto “na gita ai Castelli”?  se ci siete già stati, raccontatemi nei commenti la vostra  esperienza




venerdì 29 agosto 2025

FRASCATI

Un altro  posto nei dintorni di Roma che merita una visita, è senza dubbio Frascati. Situata sui Castelli Romani, questa cittadina affascinante mescola storia e bellezza architettonica  che conquista al primo sguardo.

La prima cosa che colpisce a Frascati sono le ville storiche che si intravedono tra i giardini curati e i muri in pietra. Ville Aldobrandini, Falconieri, Torlonia: veri e propri gioielli del Rinascimento e del Barocco. Purtroppo, molte di queste non sono aperte al pubblico, e si possono ammirare solo da fuori. Un vero peccato. lmpossibile non provare un certo dispiacere nel sapere che molte di queste ville – come Villa Aldobrandini, che domina dall’alto – non sono visitabili. Restano lì, immobili e silenziose, a raccontare una grandezza che si può solo intuire.



villa aldobrandini


scalinata di villa torlonia

Uno dei luoghi che ho amato di più è stato il balcone panoramico, affacciato sulla valle. Da lì, si gode di una vista spettacolare che arriva fino a Roma. Soprattutto al tramonto, con il cielo che si tinge di rosa e arancio, è un momento magico da non perdere.

Proprio vicino al belvedere, quel giorno c’era un mercatino artigianale: bancarelle colorate piene di oggetti fatti a mano, vecchi libri, gioielli in rame. Addentrandoci nel paese, siamo giunti al campanile di San Rocco, costruito nel 1305 in stile romanico e con la funzione iniziale di torre di avvistamento. Nella struttura del campanile si trova l'icona della Madonna con bambino dentro  una edicola di tufo. Il campanile è in mattoni con maioliche colorate qua e là  ed è caratterizzato da tre livelli di trifore su tutti e quattro i lati. e proprio mentre ammiravamo il campanile ecco il suono delle sue campane.

campanile di san rocco

Abbiamo lasciato Frascati con il desiderio di tornare, magari sperando che un giorno le ville possano aprire le loro porte. Nel frattempo, resteranno quelle viste rubate tra le inferriate, la passeggiata al tramonto e il suono delle campane: piccoli frammenti di bellezza che resteranno impressi nei nostri ricordi.



mercoledì 27 agosto 2025

LANUVIO....E IL GATTO BARISTA

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Questa che vedete è la torre di porta romana di Lanuvio, ossia la torre meglio conservata che faceva parte del castello trecentesco, ma venne impiegata anche come carcere sino al 700, anche se la sua funzione originaria  era di torre di avvistamento per difendere la città dai Saraceni.
Non tutti conoscono Lanuvio, un piccolo gioiello dei Castelli Romani che sembra sospeso nel tempo.
Siamo arrivati in auto e abbiamo parcheggiato in una piazzetta accolti da strade lastricate, le mura antiche e i vicoli fioriti: un borgo ancora poco toccato dal turismo di massa.



Pochi passi e siamo giunti di fronte alla chiesa Collegiata di santa Maria Maggiore, la chiesa principale del paese. Dando le spalle alle chiesa si può ammirare il palazzo Colonna dove nel 1535 nacque Marcantonio Colonna divenuto famoso per la battaglia di Lepanto.
Nella facciata di palazzo colonna si trova un sarcofago marmoreo romano adibito a fontana pubblica. Fu donato nel 1675 dal duca Filippo Cesarini a Lanuvio, venne rinvenuto in una sua villa presso la via Appia.


anche alla base della torre pretoria troviamo una fontana, sempre derivante da opere di abbellimento della città volute nel 1600 da Filippo Cesarini; anche per questa fontana era stato usato un sarcofago rimano oggi rimpiazzato da un vasca in peperino grigio in cui l'acqua sgorga dalla faccia di due leoni bronzei.



abbiamo concluso la nostra passeggiata nella piazza e ci siamo fermati per un capuccino in una caffetteria.
Cercavamo un caffè, ma abbiamo  trovato qualcosa di molto più curioso: Adagiato con sovrana indifferenza sotto un tavolino del bar, c’era un gatto. Un bellissimo gatto a pelo lungo, dagli occhi color cielo. Non era un randagio: lo si capiva da come si comportava. Era a casa sua. La ragazza del bar, che a casa aveva un cane,  avrebbe voluto che lo prendessimo per dargli una casa ed evitare i pericoli della strada, ma per noi non era possibile, eravamo a 800 km da casa, all'inizio dellanostra vacanza   e soprattutto i nostri due gatti, padroni di casa, sicuramente non avrebbero accettato di buon grado il nuovo inquilino. Peccato, perchè il gatto era veramente bello e buono, e così a Lanuvio ho lasciato un pezzetto del mio cuore. Ciao Gatto barista!


venerdì 22 agosto 2025

un giro sui colli Albani e il quasi incontro con il Papa

 Come ho avuto modo di spiegarvi nel post precedente quest'anno le mie vacanze si sono svolte  nel Lazio, visitando i paesi dei colli Albani. 

La prima località visitata è stata Albano Laziale. 

Albano, che si trova a circa 25 km da Roma, è uno dei comuni più affascinanti di questa zona collinare conosciuta come i Castelli Romani. Questa località offre vedute panoramiche sul Lago di Albano, un lago vulcanico immerso nei boschi. 

Non mi aspettavo che un posto così vicino a Roma potesse offrire così tanto in termini di storia, natura e relax. Albano mi ha sorpreso  con i suoi vicoli silenziosi, le piazzette  e quell’atmosfera tipica dei borghi italiani, dove il tempo sembra rallentare, un ritmo lento, umano e reale, niente stress e niente folla, nonostante la giornata in cui abbiamo deciso di andarci era una giornata speciale. E già, l'abbiamo capito dopo il nostro arrivo , guardandoci intorno, manifesti di benvenuto per Papa Leone, transenne e volontari che presidiavano il centro città, blindato, polizia, carabinieri e troupe televisive della radio vaticana. 

Un incontro sfiorato il nostro con il nuovo Papa, un incontro sfiorato come quelli dei film romantici dove i protagonisti si incrociano alla stazione e non si riconoscono. Siamo giunti alla Cattedrale di san Pancrazio che Papa Leone l'aveva appena lasciata dopo aver celebrato la messa domenicale. Le delegazioni religiose giunte da ogni parte del mondo, si stavano anch'esse allontanando  tenendo fra le mani le bandierine bianche e gialle.

Entrati nella chiesa abbiamo visitato le sei cappelle laterali  abbellite da dipinti 


mentre le troupe televisive si accingevano a smontare apparecchiature e cavi.

Abbiamo fatto un giro nella via principale di Albano sino a raggiungere la porta pretoria.

Avremmo voluto vedere anche i cisternoni dell'ipogeo, ma non erano aperti al pubblico forse vista la giornata speciale. 

Insomma un giro nel paese, un caffè e poi ci siamo spostati ad Ariccia.

Non avevo grandi aspettative, ma quello che abbiamo trovato  ad Ariccia ci ha sorpresi. Appena arrivati siamo rimasti colpiti dal ponte monumentale che collega Ariccia a Genzano, ma la vera sorpresa ci aspettava nel borgo: Palazzo Chigi. Un palazzo storico progettato dall'architetto Bernini che attualmente ospita il museo del Barocco. Camminando fra le sue sale affrescate, gli arredi originali e l'antica biblioteca sembra davvero di fare un salto nel tempo.

Forse non tutti sanno che tantissime scene del Gattopardo di Luchino Visconti sono state girate proprio in questo palazzo. Una delle scene più importanti era quella del pranzo che fu allestito nella sala da pranzo d'estate, mentre lo studio del principe di Salina  è stato girato nella stanza delle belle.


sala da pranzo d'estate


stanza delle belle

Palazzo Chigi ad Ariccia fu usato come location per parecchi film, anche L'Avaro con Alberto Sordi , la notte di Pasquino con Nino Manfredi e L'ombra di Caravaggio con Michele Placido

Ma ad Ariccia oltre che la cultura abbiamo dato spazio anche  al palato. Infatti, ad Ariccia non si può non fermarsi in una delle celebri fraschette, le tipiche osterie del paese. Ce ne sono una accanto all'altra lungo la via del centro
Abbiamo deciso di cenare proprio in una di queste e di provare i piatti tipici della zona, la famosa cacio e pepe e la pasta con la gricia. 



Decisamente siamo stati molto soddisfatti: Ariccia è il luogo perfetto per una gita fuori porta, regala il piacere dell'arte,  la bellezza dl paesaggio e la tradizione gastronomica.



mercoledì 20 agosto 2025

l'estate sta finendo....

 L'estate sta finendo, e un anno se ne va...

Ammettetelo, l'avete letto a suon di musica, quella musica di "qualche" anno fa!

E si Agosto sta volgendo verso il termine, il caldo opprimente dei giorni scorsi è stato rotto qua e là da qualche temporale.

Un po per volta si inizia a sentire che quella spensieratezza data dalle giornate estive e dalle tanto agognate vacanze via via tende a sfumare. E già, perchè in questo periodo le giornate iniziano ad accorciarsi e anche le serate  non sono più quelle estive  che ci permettono di rimanere fuori quasi senza accorgerci dell'orario e degli impegni del giorno seguente. E' questo il momento dei bilanci di fine estate....la mia estate 2025?

Mi è piaciuta un sacco! 

Intanto perchè ho staccato dal solito tran tran lavoro/casa, mi son presa i miei tempi, ed ho assaporato maggiormente i momenti passati insieme ad Oreste, mio marito. Poi ho visto posti nuovi, ricchi di bellezze naturali, di storia e di cultura. e poi questa estate è stata l'occasione per ritrovare amici vecchi e nuovi.

Ma andiamo con ordine, un po' per volta ve la racconterò.

Inizierò a dirvi che quest'anno siamo andati nel Lazio alla scoperta dei paesi conosciuti come i castelli romani, una serie di paesi nei colli Albani, a sud di Roma. e piano piano ve li mostrerò...

Cori

castello di Bracciano




Lanuvio

domenica 21 luglio 2024

Un' estate al mare ....

Un'estate al mare

Voglia di remare




Fare il bagno al largo


 

Per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni



giovedì 28 dicembre 2023

Milano, Moroni alle Gallerie d'Italia

 Dal 6 dicembre  e sino al 1 aprile 2024 nella bella scenografia delle Gallerie d'Italia di Milano è possibile ammirare una bella mostra: "Moroni, il ritratto del suo tempo" è dedicata a Giovan Battista Moroni pittore attivo fra Bergamo e Brescia nel 1500.






La  sua formazione artistica iniziò, verso la metà il 1530, nella bottega bresciana del Moretto

Operò  a Bergamo per tutti gli anni Cinquanta, che segnano la maggior fortuna dell'artista, come attestano i numerosi ritratti di esponenti dei circoli aristocratici, intellettuali e politici della città.

Dagli anni Sessanta la fortuna del Moroni declina di colpo per un decennio, sia per la caduta in disgrazia della più potente famiglia bergamasca, gli  Albani 9] - sia per le nuove tendenze, in materia di arte sacra. 

Ma il Moroni ottenne un'improvvisa rivalutazione a Bergamo, ai primi anni Settanta, grazie al ritorno, da cardinale, del suo vecchio mecenate Giovanni Gerolamo Albani.


I membri delle principali famiglie bergamasche del tempo  assoldarono Moroni in quanto specializzato nel ritratto.
I più antichi ritratti di Moroni risalgono al 1550 e sono ispirati alle opere di Lorenzo Lotto e di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, in essi il Moroni si era concentrato sull'aspetto fisico, sui volti e sull'intensità degli sguardi.




Sicuramente l'opera più famosa del Moroni è il ritratto del Sarto, un uomo raffigurato mentre lavora ovvero si appresta a tagliare una pezza di stoffa nera segnata a gessetto.


Non è un caso che il Sarto stia confezionando un abito nero, era infatti il colore indossato all'epoca dall'aristocrazia veneziana e dalla corte asburgica in Spagna per p oi diffondersi in tutta Europa.  Quindi gli abiti neri indossati dagli uomini ritratti dal Moroni confermano questa tendenza.





Tra le donne ritratte troviamo la nobildonna Isotta Brembati per le sue composizioni letterarie.


Gli specialisti riconoscevano Moroni e il Moretto come precursori di Caravaggio, nella mostra milanese viene evidenziata una  diversa l'atmosfera manierista che si discosta dai modelli luminosi e chiari sia del Moretto che dei veneziani contemporanei, in realtà Moroni trova una sua via particolare, una capacità di invenzione pittorica assoluta negli incarnati che spargono attorno al dipinto una tenue luce gialla che magicamente non riesce a essere avvolgente e magnetica ma mostra una interpretazione problematica se non tragica dei personaggi.

Pomeriggio natalizio milanese....Palazzo Reale , El Greco

 Da un po di tempo seguo gli appuntamenti delle mostre ne capoluogo Lombardo col desiderio di riuscire un giorno a vederle, e questo periodo Natalizio ci siamo riusciti abbiamo trascorso una bella giornata, un giro in centro tra le bancarelle di piazza Duomo, uno sguardo agli abeti addobbati ma soprattutto una visita a Palazzo Reale per la mostra dedicata a El Greco e alle Gallerie d'Italia per le opere di Moroni.

A Palazzo Reale a Milano abbiamo visitato l'esposizione dedicata a Domenikos Theotokopoulos chiamato El Greco nato a Creta nel 1541e morto a Toledo 1614, vi sono esposte 40 opere partendo da un piccolo oggetto un altarolo portatile di tradizione bizantina dipinto da El Greco durante il suo soggiorno a Venezia.

La parte frontale presenta il Giudizio Universale con l'adorazione dei pastori e il battesimo di Cristo mentre nella parte posteriore troviamo la veduta del Monte Sinai con Adamo ed Eva e l'Annunciazione ai lati.

Per la prima 


La prima Sezione della mostra affronta gli esordi del pittore con la produzione cretese di icone e il suo successivo apprendistato a Venezia e poi a Roma dove diventa un pittore alla latina abbandonando la "maniera greca" propria dei madonnari.
El Greco - Annunciazione


El Greco - Adorazione dei Magi

La seconda sezione comprende opere realizzate da El Greco sotto il diretto influsso dei pittori italiani da lui ammirati per i colori e l uso della luce, come con Tiziano e i Bassano, 



Nelle prossime due foto le rappresentazioni dell ultima cena dipinta dal Tintoretto e dalla versione di El Greco



Molti  quadri sono esposti in una forma di dialogo fra opere realizzate da pittori italiani e le opere realizzate da El greco

El Greco - San Martino e il mendicante


A Roma El Greco scopre Michelangelo e la sua influenza è presente in tutti i crocifissi  del pittore cretese.
El Greco _ Crocifissione





La mostra si conclude con l opera dedicata al Laoconte Il dipinto descrive la morte di Laoconte,  sacerdote di  Apollo e abitante di Troia Secondo la mitologia greca tentò di salvare i troiani dall'insidia del cavallo di , donato loro dai greci. Venne per questo punito da Atena, la quale parteggiava per gli Achei, che lo fece uccidere assieme ai figli da due giganteschi serpenti provenienti dal mare. Il tragico evento della morte di Laocoonte era già stato trattato nella celebre composizione del Gruppo del Laocoonte, situata ai Musei Vaticani che è stata riproposto a Milano fotto forma di calco


La mostra è davvero un evento perché da almeno vent'anni mancava a Milano una mostra così importante su El Greco. Il pittore cretese ogni volta ti sorprende perché si pone al di fuori del tempo, nello spazio fisico ma la tensione al trascendente è innegabile nella deformazione delle figure nella scelta controcorrente dei colori dell'organizzazione della composizione e dalla presenza di queste deformazioni dell'aria che sembra squarciarsi per mostrare una realtà al di là del visto. Ammirare El Greco aiuta a riconsiderare tutta l'arte contemporanea e passata domandandosi alla fine cosa realmente  resta di tutte le espressioni.
Se vi trovate a Milano vi consiglio di fare un salto a palazzo Reale, in mostra sino all'11 febbraio 2024.

Nel prossimo post vi parlerò invece della mostra su Moroni... a presto!

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