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Questo è il mio blog: troverete i miei hobbies, ricami, pittura su porcellana, maglia, uncinetto, lettura, cucina, giardinaggio, vacanze ...recensioni, consigli e curiosità

This is my blog. You will find my hobbies with pictures of embroidery, painting porcelain, a few recipes, plants and flowers, my holidays ...


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giovedì 8 settembre 2011

Le Thor


Un'altra nostra meta è stato il piccolo borgo di Le Thor.
Le sue origini risalgono al medioevo, la sua chiesa Notre-Dame-du-lac è un vero bijou, bagnata dalla Sorgue nella quale si riflette la chiesa stessa edificata nel XII secolo. La Chiesa la troviamo chiusa e così ci dobbiamo accontetare di ammirarla da fuori e di scattare qualche foto del fiume con le paperette e del portale a sud per il bell'ornato che attrae sempre i turisti.
Il borgo merita una visita anche per la bella torre con l'orologio municipale e il campanile in ferro battuto.
Non potendo visitare la Chiesa lasciamo il borgo e ci dirigiamo verso un'altro paese caratteristico, ovvero L'isle_sur_la_sorgue, ma di questo posto molto grazioso regno di antiquari e dove trovate ancora funzionanti le vecchie ruote ad acqua dei mulini vi parlerò prossimamente.

progetto goloso

Questa settimana mi ero riproposta di lavorare ad un progetto goloso, ovviamente nel mio tempo libero. La scadenza per questo progetto è vicna ed io non sono ancora riuscita a lavoraci quanto volevo. Di che si tratta? Sabato è il compleanno di mio marito ed io voglio ehm fargli la festa eh eh.... nel senso che vorrei preparare una torta decorata. Una delle sue passioni sono i libri, ama leggere, saggistica, gialli, filosofia, politica, economia, divora di tutto e in poco tempo e quello che più mi fa rabbia e che assimila il contenuto e i concetti di questi libri con la facilità di una spugna! Così in casa nostra i libri non mancano mai ed una volta letti, siccome in casa ne girano tanti, nuovi ed usati, e la casa non è immensa, vengono catalogati e inscatolati per essere posti in cantina. Questo mi ha fatto venire un'idea: perchè non fare una torta a forma di libro? Di quelle farcite e ricoperte di glassa di zucchero.
Non possiedo una tortiera a forma di libro ma in internet viene spiegato praticamente tutto perchè non provarci! Solo che sono un po' in ritardo, il tempo libero è poco e la torta che ho in mente è un po' elaborata. Ce la farò?

domenica 4 settembre 2011

Provenza per golosi

Vi parlo ancora di Provenza, ma stavolta un post goloso. Nel post su Sault vi raccontai che ebbi modo di assaggiare un gelato alla lavanda. Non ne fummo molto entusiasti, ma vi era un motivo, non aveva il sapore e il profumo della lavanda. Il gelato alla lavanda l'avevamo già mangiato ben tre anni fa quando, venuti in Provenza, avevamo scoperto tra i colli e i boschi del Luberon un angolo incantato: l'Art Glacier. Un Mas, non confondetelo con un pes de sas un po' gros :-), ma un'abitazione rurale provenzale ad un solo piano, è stata trasformata in una gelateria: laboratorio, bancone di vendita, una sala denominata Favola per lo stile dell'arredamento che ricorda un'atmosfera romantica e favolosa, e un ampio dehors con vista panoramica sulla vallata.

Noi ci siamo stati tre anni fa e ci siamo tornati: qui il gelato può competere con quello italiano senza sfigurare, dal dehors si può ammirare un bellissimo tramonto e la sera si illumina di mille luci, creando un'atmosfera festosa.
Qui potrete trovare circa 70 gusti fra gelati e sorbetti, dai tradizionali cioccolato, fragola, vaniglia, caffè ai più originali rosmarino, timo, peperoncino, miele, pera, lavanda, rosa, mughetto, pan speziato...

Io ho provato timo, rosmarino, lavanda e pistacchio.... buoni, davvero buoni!!! Non vi viene l'acquolina?

venerdì 2 settembre 2011

Sault: il miraggio di un campo di lavanda fiorita

Il secondo giorno di vacanza l'abbiamo dedicato alla visita di Sault. Sault è un paese a circa 800 metri sul livello del mare, sempre nel dipartimento del Vaucluse. Perchè andare a Sault? perchè la volta precedente che siamo stati in Provenza, ovvero tre anni fa, era fine agosto e non abbiamo potuto ammirare le distese fiorite di lavanda perchè viene raccolta a fine luglio. Quest'anno anche se le nostre vacanze hanno avuto inizio il 14 agosto siamo riusciti a trovare un paese "di montagna" dove la lavanda viene raccolta a metà agosto, ma non solo, il 15 di agosto di ogni anno si svolge la "festa della lavanda", una fiera in cui ci sono tante bancarelle, sfilate di gruppi folcloristici, ma soprattutto il campionato di taglio della lavanda. Siamo arrivati a Sault la mattina verso le 10, parcheggiata l'auto un po' distante da dove in realtà si teneva la manifestazione, ma non c'era modo di avvicinarci di più, le strade erano transennate e vi era un servizio d'ordine. Ci siamo così incamminati a piedi seguendo la fiumana di visitatori che come noi erano diretti all'ippodromo di Sault; una lunga camminata sotto il sole (neppure un alberello a farci ombra) e poi finalmente un boschetto che si apriva su una miriade di gazebo che ospitavano le bancarelle, ovviamente il tema conduttore era la lavanda. Seguendo la voce che sottolineava i momenti della gara di taglio, già iniziata, siamo giunti ad un campo di lavanda fiorita, appena in tempo per vedere la gara dei tagliatori professionisti. Avete presente come sono i campi di lavanda? le piantine sono messe tutte in fila allineate, bene, ciascuna fila era assegnata ad un tagliatore che con falcetto in mano e sacco di juta sulle spalle attendeva il via. Naturalmente essendo una gara vi era anche una giuria che posizionata alle spalle dei tagliatori predeva delle annotazioni. Dato il via i tagliatori di lavanda procedevano tagliando decisi mazzi di lavanda con gambi di una trentina di centimetri, e man mano li infilavano nel sacco sulle spalle. quando il sacco diventava troppo pieno stendevano sui cespugli di lavanda più avanti rispetto a dove stavano tagliando un telo di iuta e vi deponevano sopra il tagliato fino a quel momento portato sulle spalle. La gara durava circa 15-20 minuti. Allo stop i tagliatori dovevano fermarsi e riunirsi intorno ai giudici che provvedevano a pesare la lavanda tagliata da ciascun partecipante. Al termine della gara intorno alle 12, il campo era per metà ancora intatto con tutti i bei cespugli di lavanda fioriti e si poteva raccogliere liberamente le profumate spighette, così anche noi ci siamo immedesimati nei tagliatori di lavanda.... Guardate che bel mazzo di lavanda mi sono portata a casa!
E non vi dico il profumo, com'era intenso!!!
Terminata la gara, raccolta la lavanda, abbiamo fatto un giro per le bancarelle, acquistato qualche souvenir, assaggiato il gelato alla lavanda (una boulle 2 euro, ma non sapeva di lavanda, era insipido) ma soprattutto assistito all'esibizione di un gruppo folcloristico e alla sfilata con biciclette d'epoca. Bellissimo!!!

Se volete assistere ad una fiera paesana che abbia il sapore di quelle di una volta e venir inebriati dal profumo di lavanda, beh andate a Sault il 15 agosto!
Nel pomeriggio abbiamo lasciato la fiera e ripreso il nostro viaggio alla scoperta dei paesi provenzali, coadiuvati dal nostro fido navigatore satellitare di nome Silvia, abbiamo percorso una strada che ci ha riservato un'altra sorpresa: un campo di lavanda ancora da tagliare ma questa volta con un sistema diverso, ovvero il taglio a macchina. Il trattore guidato dall'uomo passava sopra ai cespugli di lavanda, li tagliava e li legava in piccole fascine.
Sault: le mirage d'un champ de lavande La deuxième journée de vacances, nous sommes été à Sault. Sault est un village situé à environ 800 mètres d'altitude,dans le département du Vaucluse. Pourquoi aller à Sault? car la dernière fois nous avons été en Provence, ou il ya trois ans, c'était la fin d'août et nous avons pu voir l'étendue de fleurs de lavande à la fin de Juillet, car il est recueilli. Cette année, nos vacances ont commencé le 14 août donc nous avons été en mesure de trouver un pays de "montagne" où la lavande est récolté à la mi-août, mais ne se limite pas au 15 août de chaque année accueille la fête "du Lavande », un spectacle où il ya de nombreux stands, des défilés de groupes folkloriques, mais surtout la lavande coupée ligue. Nous sommes arrivés à Sault le matin autour de 10 heures, la voiture parking un peu plus 'loin du lieu où l'événement est effectivement tenues, mais il n'y avait aucun moyen de se rapprocher, les rues étaient bouclés. Nous avons donc commencé à marcher en suivant le flux de visiteurs vers le Sault hippodrome, une longue marche au soleil (pas même un arbre pour nous donner ombre) et enfin un bosquet qui a ouvert sur une myriade de gazebo, des stands, bien sûr, le thème était la lavande. Suite à l'entrée qui a souligné les moments de la coupe de course, déjà commencé, nous sommes arrivés à un champ de fleurs de lavande, juste à temps pour regarder la course de la coupe professionnelle. Vous savez comment ils sont des champs de lavande? les plantes sont placées en rangées alignées, ainsi, chaque ligne a été affecté à un cutter avec faucille à la main et sac de jute sur le dos d'attente pour le vert. Bien sûr, être une course il y avait aussi une coupe du jury placé derrière les dossiers proie. Depuis le début de la lavande a procédé tailleurs coupés bouquets de lavande a décidé avec des tiges d'un pied, et comme ils ont rampé dans le sac sur ses épaules. lorsque le sac est trop plein répartis sur les buissons de lavande avance l'endroit où ils ont été de couper un morceau de jute et vous le mit sur la coupure jusque-là porté sur ses épaules. La course a duré environ 15-20 minutes. Au stop coupeurs devaient s'arrêter et se rassemblent autour des juges chargés de peser la lavande à chaque participant.

A la fin de la course à environ 12heures, la moitié du terrain était encore intact avec tous les arbustes à fleurs magnifiques de lavande et odorantes pourraient se rassembler librement, de sorte que nous nous identifions avec les coupeurs de lavande .... Regardez ce beau bouquet de lavande que j'ai apportés à la maison!
Après la course, nous avons marché acheté quelques souvenirs, glaces parfumè à la lavande (un 2 boulle d'euros, mais ne savait pas de lavande, il était fade), mais aussi témoin de l'exposition d'un groupe folklorique et le défilé avec des vélos d'époque. Magnifique!

giovedì 1 settembre 2011

Vaucluse

Il Vaucluse è una zona della Francia che può essere definita la Provenza nella sua espressione più pittoresca: con i paesini che si riempiono di vita nei giorni di mercato, con le campagne colorate dalle tonalità della lavanda e dei vigneti. La capitale di questa regione è Avignone, ma anche altri centri sono interessanti: Orange col suo teatro romano, Carpentras famosa per la sua antica comunità ebraica, Fontaine de Vaucluse, Gordes, Roussillion e tanti tipici paesini provenzali. Facendo base a Pernes abbiamo visitato la città di Carpentras.
Questa città che fu un centro commerciale al tempo dei greci e capitale del territorio papale del Comtat Venaissin nel 1300, divenne il rifugio degli ebrei espulsi dai territori governati dalla corona francese, linguadoca e provenza, dove poterono vivere protetti dal papa. Interessante, anche se noi risiamo riusciti a vederla solo di fuori è la cattedrale dedicata a St. Siffrein, in stile gotico. La città ha tanti angoli interessanti e ricchi di storia: fontane, l'antica sinagoga, il municipio, l'hotel de Dieu....
Caratteristica golosa: a Carpentras trovate i Berlingots che sono una specialità tipica. Si tratta di caramelle di pasta di zucchero di vari colori e ai vari gusti (menta, melone, mandarino, limone, anice), striate di bianco e la pasticceria più rinomata che li produce (specializzata anche in frutta candita) è Clavel in Avenue du Marché. Successivamente la nostra giornata è continuata con la visita della città di Orange.
Se non fosse stato per i romani Orange sarebbe rimasta una città piuttosto ordinaria, però del passaggio dei romani ci è rimasto un bel teatro progettato per contenere fino a 10.000 persone, visitabile a pagamento, e nel quale nel periodo estivo si tengono delle manifestazioni quali concerti di musica classica ed operistica. Molto bello è l'arco di trionfo in ottime condizioni, adornato con bassorilievi che ricordano le vittorie di giulio Cesare sui Galli del 49 aC Ad una trentina di chilometri da Orange abbiamo visitato Vaison la Romane. Ci siamo arrivati in pieno giorno di mercato e non è stato facile trovare parcheggio per l'auto. Mentre il maritino cercava di sistemare l'auto io ne ho approfittato per gironzolare tra le bancarelle. C'era un po' di tutto, fischietti e richiami per animali, originali giochi in legno per bambini, cappelli e coloratissime borse di paglia intrecciata, tessuti provenzali, ceramiche nei colori tipici della zona, solari e caldi. Parcheggiata l'auto abbiamo visitato la cittadina che ha la caratteristica di avere un centro medioevale, in alto sulla collina dove si trova il castello e il tipico campanile provenzale in ferro battuto, ma anche un borgo sul fiume Ouveze raggiungibile attraversando il ponte romano. Nel borgo lungo il fiume, attraversato tutto il mercato, abbiamo raggiunto i siti dove si possono ammirare le rovine. Questo doveva essere una zona commerciale ai tempi dei romani, è possibile vedere come i locali nei quali venivano vendute le merci fossero tutti simili ed affacciati sulla via, c'erano le terme ed anche la palestra.
La giornata è terminata rientrando a Pernes Les Fontaines dove abbiamo cenato nella pizzeria della piazzetta e con una passeggiata alla ricerca delle sue 40 fontane.

domenica 28 agosto 2011

provenza e Camargue

Eccomi qui a raccontarvi le mie vacanze... quest'anno Francia: Provenza e Camargue. Sono sempre dell'idea che l'Italia sia molto bella dal punto di vista naturalistico ed interessante oltre che ricca di siti culturali, ma sono le strutture alberghiere che non funzionano, pochi servizi dietro la richiesta di tanti euro.
La nostra è stata una vacanza itinerante: due giorni qua, tre giorni là, altri due giorni là.... Partiti da Torino in auto la nostra prima meta è stata Pernes Les Fontaines nella regione della Provenza, dipartimento del Vaucluse, praticamente ai piedi del monte Ventoux.
A Pernes abbiamo alloggiato in un gradevole B&B all'interno di un ampio giardino coltivato a ulivi. Avevamo a disposizione una sala verandata per la colazione, una stanza con servizi e una terrazza privata. La casa era arredata in stile provenzale raffinato con una particolare attenzione a piccoli particolari.

mercoledì 10 agosto 2011

X Agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo favilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono... Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!
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Giovanni Pascoli

lunedì 1 agosto 2011

la lentezza del bradipo

Lo so care amiche/i che nel postare le mie avventure vacanziere e gitarole sono lenta come un bradipo, ma solo ora sono tornata nel pieno possesso del pc, non prima di averlo portato in assistenza e aver sostituito il disco rigido. Ma non disperate, un po' per volta posterò le foto dei posti che visito. Leggo nei commenti di molte di voi che i racconti di gite e di viaggi sono letti volentieri, come spunto per visite o come un viaggiare ad occhi aperti, quindi non vi posso deludere. A presto

sabato 30 luglio 2011

valtournenche

Non potevo gironzolare per la Valtournenche senza visitare il paese omonimo. Il comune di Valtournenche si trova all'interno della Comunità montana del Cervino a circa 1500 metri sul livello del mare. Se anzichè attraversare l'abitato per proseguire per Cervinia ci si sofferma a visitare questo centro si scoprono angoli curiosi di storia, come la Chiesa Parrocchiale, dedicata a S. Antonio, interamente ricostruita intorno al 1850.
Al suo interno è interessante osservare come il lato destro del presbiterio sia stato adibito a un piccolo museo di Arte Sacra in cui sono conservati alcuni arredi provenienti anche dalle altre cappelle della Parrocchia. La Chiesa si affaccia sulla piazzetta delle guide, qui oltre ad una tipica fontana
si può notare come i palazzi circostanti riportino sulle loro mura numerose targhe poste a ricordo delle famose Guide della Valtournenche.

Sulla strada che attraversa l'abitato una statua in legno ricorda la figura di Amé Gorret e sormonta una fontana. Amè Gorret ebbe un importante ruolo nella conquista del Cervino. Giovanissimo prese parte infatti al primo tentativo di scalata del Cervino, nel 1870 invitò le guide di Valtournenche a costituirsi in società e successivamente pubblicò la "Guide de la Vallée d'Aoste" in collaborazione con lo storico Claude Bich.
Insomma, nel suo piccolo, Valtournenche si è rivelata interessante e curiosa, oltre che immersa nel verde della vallata. Veramente una sosta gradita!

martedì 26 luglio 2011

Torta decorata per anniversario

La mia torta per l'anniversario di matrimonio, che è stato lo scorso mese di giugno, però eravamo in montagna e non potevo spadellare nell'agriturismo, e così ora mi sono sbizzarrita. Pandispagna di 6 uova, farcitura di panna e pesche macerate nel porto, il tutto rivestito di pasta di zucchero fatta con i mashmallow e decorata con fiori di marshmallow e ghiaccia reale. Una delizia per il palato e per essere il mio primo esperimento di torta rivestita di zucchero devo dire che anche per gli occhi è abbastanza un bel vedere. Che ne dite? Ecco il passo passo fotografico della torta...

lunedì 25 luglio 2011

terremoto...

Eccomi qui... il terremoto di oggi mi ha spronato a scrivere per rassicurarvi... è stata una scossa intensa e qui a Torino si è sentita piuttosto bene anche se l'epicentro era nel pinerolese. Tuttavia non vi sono stati danni, e questo ciò che ha più importanza. Per fortuna è avvenuta di giorno, la notte essere svegliati di soprassalto da questi eventi è sempre più traumatico. L'ufficio nel quale lavoro è stato velocemente evacuato al suono dell'allarme. Qualche minuto fuori in strada e poi ognuno è tornato alle sue occupazioni sperando che non si ripetesse.

martedì 19 luglio 2011

Pomeriggio a Issogne

Eccomi a continuare il racconto dei tre giorni valdostani… Dopo aver visitato il castello di Verres e il suo abitato abbiamo pranzato. Da Verres ci siamo poi spostati a Issogne. Lasciata l’auto nel piazzale abbellito da alberi e dal monumento agli alpini, si sale verso il centro del paese e a pochi metri sulla destra appare l’ingresso del castello. Un vialetto conduce ad un ampio prato delimitato da siepi di rose e di ortensie fiorite, sulla destra una fontana realizzata con antiche macine di mulino.
Raggiunta la biglietteria nella dependance, siamo arrivati sul filo di lana, appena in tempo per la visita guidata. Ci accompagna una ragazza, giovane ma preparata, che ci introduce all’interno del cortile. Se di fuori il castello appare come un palazzo spoglio e anonimo all’interno è una vera sorpresa. Il castello occupa tre lati, mentre il quarto si affaccia su un giardino all’italiana. La guida ci fa notare come sulle facciate del cortile si trovi il “mirroir puor les enfants” affreschi raffiguranti i rami della famiglia Challant con le alleanze matrimoniali allo scopo di trasmetterle ai posteri. Al centro della corte la fontana del melograno, una vasca ottagonale con al centro un albero di melograno in ferro battuto dove l’acqua fuoriesce da piccoli draghetti. La fontana voleva rappresentare la fertilità (il melograno) e la forza (le foglie di quercia) della casata Challant. L’edificio presenta al piano cortile un porticato con volte a crociera nelle cui lunette si trovano affreschi raffiguranti scene di vita quotidiana, ad esempio il fornaio inforna il pane appena impastato, il sarto misura le pezze di tessuto mentre le guardie sedute al tavolo giocano a carte; affreschi che oltre a decorare servivano a celebrare l’abbondanza e la pace che regnavano grazie alle capacità diplomatiche del signore del castello. A metà del porticato una porta conduce alla sala da pranzo comunicante con la cucina tramite un passavivande. La cucina è divisa in due parti da un’arcata e caratterizzata da tre grandi camini. Accanto i locali destinati alla dispensa e alla scala principale vireè, ossia una scala a chiocciola in pietra, a lato della quale si trova la sala d’onore del castello. Si accede alla sala di giustizia tramite una bussola in legno, la bussola è una porta doppia che si trova anche in altri locali per creare una sorta di anticamera tra ambienti che si aprono su spazi più freddi in modo da ridurre la dispersione di calore. Nella salle basse l’arredamento è costituito da stalli in legno i cui originali si trovano nel Museo di Torino,le pareti sono decorate con motivi che imitano stoffe e paesaggi di caccia e di vita cortese visti attraverso un colonnato. Salendo al primo piano si entra nella camera di Marguerite de La Chambre che comunica con un piccolo ambiente quadrato voltato a crociera, l'oratorio di Marguerite, affrescato con scene della vita della Vergine. Sempre al primo piano si trova la stanza di René di Challant che comunica con la cappella. Una cancellata in legno separa l'ambiente della cappella in una parte destinata ai signori del castello e in una destinata al personale di servizio. L'altare è arricchito da un bel trittico fiammingo. Al secondo piano si trova la stanza di Giorgio di Challant arredata come quella sottostante appartenuta a Marguerite de la Chambre, comprende cioè un letto a baldacchino del XVI secolo (più corto dei nostri letti perché pare che a quel tempo si dormisse seduti per agevolare la digestione), una credenza e una sedia in stile tardogotico. Dalla camera di Giorgio di Challant si accede al suo oratorio privato, un piccolo locale quadrato, completamente affrescato con scene della crocifissione ad opera di un anonimo artista autore anche degli affreschi dell’oratorio di Marguerite de La Chambre. Accanto vi è la "sala del re di Francia", che deve il suo nome dall'aver probabilmente ospitato il re di Francia Carlo VIII durante il suo passaggio in Italia nel 1494. Terminata la visita ci soffermiamo ancora nel giardino, per riposarci un po sulle panche all’ombra e fare qualche foto dell’esterno, da qui oltre la cinta del castello spingendo lo sguardo più in là si ammira il castello di Verres. Come prima giornata è stata abbastanza impegnativa, ci avviamo al B&B per rinfrescarci e cambiarci per la sera. La nostra meta è Cervinia, dove ci fermiamo per la cena. Evidentemente questo periodo è ancora considerato bassa stagione perché nel parcheggio sostano appena quattro auto compreso la nostra e nella via pedonale del passeggio solo qualche anima. Scendiamo dall’auto e dopo pochi passi ci rendiamo conto del perché di tanto deserto: un vento gelido spazza la via centrale e il termometro digitale accanto all’insegna di un negozio segna 11 gradi nonostante siano le ore 19e30 del 24 giugno. Del resto abbiamo lasciato la nostra città per scappare dall’afa e dunque di che ci lamentiamo?  Passeggiamo un po’ infreddoliti e giunti al termine della via ci appare l’imponenza del monte Cervino che nasconde un po’ la sua cima dietro una bella nuvoletta.
Qualche foto e poi a cena nel calduccio di un locale tipico rivestito in legno. Al termine della cena ci dirigiamo decisamente a passo svelto verso l’auto e torniamo al B&B per la notte. Domani altri castelli ci attendono.

venerdì 15 luglio 2011

Valle d'Aosta - castello di Verres

Venerdì 24 giugno con un minimo di bagaglio e armati di macchina fotografica e cinepresa siamo saliti in auto con destinazione la Valle d’Aosta. Abbiamo lasciato l’autostrada all’uscita di Verres dove però abbiamo avuto un inconveniente: non trovavamo più il biglietto di entrata in autostrada. Panico: mio marito era dell’idea che l’avessimo smarrito nella sosta caffè fatta a Scarmagno, mentre io ero certa che dall’auto non si era mosso. Tuttavia non si è trovato e così al casello abbiamo pagato 7 euro e rotti e ci è stato rilasciato il tagliando di mancato pagamento per restanti 64 euro ovvero per la tratta più lontana che dovrebbe essere Taranto (noi che invece eravamo entrati in autostrada a Torino). Diciamo che la vacanza non è iniziata sotto i buoni auspici ma il paesaggio e la cittadina di Verres hanno presto dissolto il nostro malumore.
Il castello di Verres
Scalinata di piazza Chanoux mulattiera
Parcheggiato l’auto ci siamo avviati verso il castello. Ora dovete sapere che per raggiungere il castello di Verrès vi sono due strade: · una mulattiera appena rimessa a nuovo che parte dal centro paese ovvero dalla scalinata di piazza Emile Chanoux · la strada asfaltata che parte da piazza Europa. La prima percorre la vecchia mulattiera, riadattata ma comunque abbastanza ripida; la seconda sale sino ad una piazzola seconda piazza dalla quale una stradina in discesa, poco più di 100 metri porta all’imbocco dell’ultimo tratto di mulattiera da percorrere per giungere al’ingresso del castello. E sì perché il castello è costruito su uno sperone roccioso a strapiombo sul fiume Evançon, questo perché il castello era una fortezza militare costruita intorno alla fine del 1200, ma ricostruita tra il 1360 e il 1390 da Ibleto di Challant. Noi ovviamente non avendo trovato l’indicazione per la strada asfaltata ci siamo fatti la mulattiera!!!!ohi ohi … che arrampicata sotto il sole!!
Torrente Evançon
Comunque arrivati all’ingresso il panorama è piacevole, si domina il centro di Verres con l’antica Collegiata e poco lontano si scorge il castello di Issogne.



La Collegiata

Il castello di Verres è un grosso cubo di 30 metri di lato e dalle mura spesse 2 metri. Ha un ponte levatoio, che immette in un ambiente che non è ancora il cortile del castello. Questo si raggiunge solo dopo aver passato un portone gotico. Il cortile è quadrato con al centro un pozzo collegato alla cisterna che aveva lo scopo di raccogliere l’acqua piovana, infatti il cortile non è coperto dal tetto. Ciò che attira l’attenzione è lo scalone che corre seguendo le mura e conduce ai piani superiori; è una scala ad archi rampanti. Dal cortile, a piano terra, si aprono su ogni lato delle porte. Qui si trova la cucina e due grandi saloni con la volta a botte che doveva essere in origine adibiti a magazzino per l’artiglieria e a sala d’armi. Salendo lo scalone, al primo piano i locali erano gli appartamenti dei signori del castello: vi è una cucina con tre grandi camini collegata alla sala da pranzo da un passavivande e la camera da letto. Le stanze erano riscaldate da grandi camini in pietra e dalle braci poste in appositi angoli delle stanze. Queste stanze erano illuminate da finestre a bifora molto eleganti, trecentesche, più ampie rispetto a quelle degli altri locali. Il secondo piano non è al momento visitabile, si devono ultimare i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza. L’interno non è fotografabile né si possono fare riprese e così sarà per gli altri castelli che visiteremo. La visita è stata molto interessante, il ragazzo che ci ha fatto da guida ci ha spiegato gli usi passati ed attuali del castello. Infatti ai giorni nostri nel castello di Verres si svolge ogni anno il Galà di carnevale, una cena in costume che apre il carnevale con la presentazione dei personaggi i conti Caterina e Pierre.

mercoledì 13 luglio 2011

Eccomi tornata a postare, non che le mie vacanze siano state così lunghe ma continuo ad avere problemi con il pc e così utilizzo quello di mio marito quando è libero… quasi mai. Allora, in queste settimane cadeva il mio terzo anniversario di matrimonio, e così ci siamo chiesti cosa ci regaliamo? Visto che entrambi eravamo stanchi, visto che qui in città l’afa si faceva sentire e visto che il week end del 25 giugno da noi si allungava per la festività di San Giovanni che è festa patronale, perché non andare da qualche parte? Messo mano ad internet e valutato che tre giorni non consentono di andare troppo lontano senza stress, abbiamo optato per la Valle d’Aosta. Entrambi abbiamo sempre sentito parlare dei castelli valdostani e quale occasione migliore per fare un giro!!!
Così grazie a internet abbiamo trovato un grazioso agriturismo immerso nel verde a 1600 metri in Valtournenche, ad appena 7 km da Cervinia.

Un posto bellissimo... prossimamente ve ne parlerò, per ora guardete dove sono stata! non sembra di veder apparire Heidi da un momento all'altro?

mercoledì 6 luglio 2011

Un giardino medievale in centro città


Oggi nella pausa pranzo ho fatto quattro passi sino in piazza Castello che è praticamente l'ombelico di Torino. Ho visto molti turisti, soprattutto cinesi e giapponesi ma soprattutto sono andata a curiosare nel fossato di palazzo Madama. Vi chiederete che mai ci sarà nel fossato da attirare la mia attenzione, beh soddisfo subito la vostra curiosità: c'è un giardino medievale! Tutto intorno a Palazzo Madama corre il nuovo Giardino Medievale che è stato inaugurato e aperto al pubblico ieri. Il giardino è stato ricostruito seguendo i documenti medievali della versione quattrocentesca dell'architetto Ludovico D'Acaja: l’hortus ovvero l'orto, il viridarium cioè il bosco e il frutteto, e il iardinum domini vale a dire il giardino del principe. A questi si aggiunge la presenza di alcuni ambienti tradizionali come la falconara, la porcilaia e il recinto delle galline, anche se gli animali non sono vivi ma sono semplici sagome di legno. Per ora ho curiosato dall'alto, ma uno di questi giorni andrò a vedere da vicino, per adesso vi pubblico alcune foto prese da piazza castello.

lunedì 4 luglio 2011

Nozze fiabesche nel Principato di Monaco

Si è celebrato sabato scorso nel principato di Monaco il matrimonio religioso tra Charlene Wittstock e il principe Alberto. Il rito religioso si è svolto il giorno dopo a quello civile nel cortile d'onore del Palazzo Reale alla presenza di 850 invitati. Tra gli ospiti Carlo e Camilla di Borbone, Mario Pescante vice presidente del Comitato Olimpico, Umberto Tozzi, Roberto Cavalli, Giorgio Armani, Karl Lagerfeld, Roger Moore, Naomi Campbell, Nicola Sarkozy e molti altri.

La sposa bellissima indossava un abito creato da Giorgio Armani, veramente spettacolare eppure semplice, dritto con un lungo strascico questo abito si dice che abbia richiesto 2500 ore di lavoro per confezionarlo e ricamarlo con circa 40 mila cristalli Swaroski e perle che creavano fantasie floreali.

Molti hanno paragonato il matrimonio del Principe monegasco con quello reale inglese, e qualche malelingua lo ha definito il più noioso dell'anno. Personalmente non lo ritengo tale e credo che questa mia idea venga ampiamente condivisa anche da altri. La cerimonia religiosa sicuramente ha di per sè un certo tono serioso, come del resto deve essere, in quanto il matrimonio cattolico ha dei valori più profondi di quello civile (per chi è credente, ovviamente). Tuttavia la cerimonia è stata resa leggera dalle musiche: Celebration di PAul McCartney, dall' interpretazione di Andrea Bocelli che ha intonato l'Ave Maria di Schubert , sino a 'Click Song', una canzone tradizionale sudafricana interpretata da Pumez Matshilkiza.

Altro che noioso! Bellissima l'emozione degli sposi, la dolce espressione di Charlene, le complici ma romantiche strizzatine d'occhio fra Charlene e il suo Principe. Piuttosto bisognerebbe stendere un pietoso velo sulla cronaca che Rai1 ha trasmesso, in quanto il giornalista Franzelli e le sue ospitihanno parlato sopra ai momenti più importanti e solenni della cerimonia raccontando pettegolezzi, anedotti sportivi e politici fuori luogo.

Come nel matrimonio reale inglese non sono mancate signore con mise eccentriche, e soprattutto cappellini curiosi... eccone alcuni

Grazie a Dio a Monaco non ci sono state Pippe a rubare la scena alla sposa e neppure lati B a turbare i sonni ..... solo l'emozione di due sposi per il loro futuro e le loro responsabilità.

Quindi speriamo che come nelle belle favole Charlene e il suo PRincipe possano vivere felici e contenti.

mercoledì 29 giugno 2011

il bunet

Il bunet è un tipico dolce al cucchiaio del Piemonte, forse un po’ calorico, ma piace un po’ a tutti e siccome va servito freddo è adatto anche in estate. Ecco come lo faccio io: 5 uova intere 1 tazza di caffè 70 g di cacao in polvere amaro 10 amaretti medi 250 g di zucchero semolato 1 litro di latte intero Un bicchierino di liquore, dipende cosa ho disponibile (cognac, whisky, marsala secco…)
In un pentolino metto a bollire il latte con gli amaretti. A parte sbatto le uova con 180 g di zucchero, aggiungo il cacao in polvere, la tazzina di caffè, il liquore e mescolo il tutto. Aggiungo poi questa miscela al latte che ho preparato con gli amaretti e mescolo ancora. In uno stampo, che generalmente è quello rettangolare da plumkake, preparo il caramelloe quando questo è ben distribuito sul fondo e della densità giusta, verso ciò che ho preparato e metto a cuocere in forno a bagno maria per circa 60 minuti a 100° c. Una volta cotto, lo estraggo dal forno e lo faccio raffreddare. Quando è del tutto freddo lo metto in frigorifero per un paio d’ore e lo sformo una mezzora prima di servirlo guarnito con amaretti o per i più golosi ciuffi di panna montata e granella di nocciole.

giovedì 23 giugno 2011

Ricordo delle elementari

Erano anni che la cercavo! una poesia che ricordo mi era stata dettata alle elementari dalla mia maestra e ricordavo che la leggeva da un libro piuttosto spesso e con la copertina gialla.... son passati trenta e più anni e finalmente in un negozio del centro, una libreria aperta da poco ma che si occupa anche di editoria locale, ecco che vedo un libro che mi fa tornare a galla un bel ricordo d'infanzia... entro, lo sfoglio, e ...oplà ecco la poesia che cercavo da tanto.... e siccome domani è San Giovanni patrono di Torino, quale occasione migliore per proporvela!
                                              Torino                                            
  Quante volte tra i fiori, in terre gaie,
sul mare, tra il cordame dei velieri,
sognavo le tue nevi, i tigli neri
  le dritte vie corrusche di rotaie,
l’arguta grazia delle tue crestaie,
 o città favorevole ai piaceri!
                         E quante volte già, nelle mie notti d’esilio,
resupino a cielo aperto, sognavo sere torinesi,
certo ambiente caro a me,
certi salotti beoti assai, pettegoli,
bigotti come ai tempi del buon Re Carlo Alberto….
"… se ‘l Cônt ai ciapa ai rangia për le rime…"
"Ch’a staga ciutô…" – "’L caso a l’è stupendô!…"
                         "E la Duse ci piace?" – "Oh! Mi m’antendô pà mi a teatrô i vad për divertime…"
"Ch’a staga ciutô!… A jntra ‘l Reverendô!…"
           S’avanza un Barnabita, lentamente…
stringe la mano alla Contessa amica
siede col gesto di chi benedica…
Ed il poeta, tacito ed assente,
       si gode quell’accolita di gente
         ch’a la tristezza d’una stampa antica…
Non soffre. Ama quel mondo senza raggio di bellezza,
 ove cosa di trastullo è l’arte.
Ama quei modi e quel linguaggio
e quell’ambiente sconsolato e brullo.
Non soffre. Pensa Giacomo fanciullo
                                             E la "siepe" e il "natìo borgo selvaggio".                                                
I                        Come una stampa antica bavarese vedo al tramonto il cielo subalpino…
Da Palazzo Madama al Valentino
ardono l’Alpi fra le nubi accese…
E’ questa l’ora antica torinese,
 è questa l’ora vera di Torino…
L’ora ch’io dissi del Risorgimento,
      l’ora in cui penso a Massimo d’Azeglio adolescente,
a I miei ricordi, e sento d’essere nato troppo tardi…
 Meglio vivere al tempo sacro del risveglio,
             che al tempo nostro mite e sonnolento!
              Un po’ vecchiotta, provinciale,
fresca tuttavia d’un bel garbo parigino,
                in te ritrovo me stesso bambino,
             ritrovo la mia grazia fanciullesca
e mi sei cara come la fantesca che m’ha veduto nascere, o Torino!
    Tu m’hai veduto nascere,
 indulgesti ai sogni del fanciullo trasognato:
tutto me stesso, tutto il mio passato,
i miei ricordi più teneri e mesti dormono in te,
sepolti come vesti sepolte in un armadio canforato.
                         L’infanzia remotissima… la scuola… la pubertà…
la giovinezza accesa… i pochi amori pallidi… l’attesa delusa…
il tedio che non ha parola… la Morte e la mia Musa
con sé sola, sdegnosa, taciturna ed incompresa.
         Ch’io perseguendo mie chimere vane
pur t’abbandoni e cerchi altro soggiorno,
ch’io pellegrini verso il Mezzogiorno a belle terre tepide lontane,
la metà di me stesso in te rimane
e mi ritrovo ad ogni mio ritorno.
                         A te ritorno quando mi rabbuia Il cuor deluso da mondani fasti.
Tu mi consoli, tu che mi foggiasti
Quest’anima borghese e chiara e buia
                         dove ride e singhiozza il tuo Gianduia
che teme gli orizzonti troppo vasti…
Eviva i bôgianen…Sì, dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!
                         Buona è la vita senza foga, bello goder di cose piccole e serene…
A l’è questiôn d’ nen piessla…
Dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!…
-
    Guido Gozzano

lunedì 20 giugno 2011

nel giorno della Consolata

nel giorno della festa della Consolata ho pensato di omaggiare la Madonna tanto cara ai Torinesi con unapoesia scritta da un noto poeta dialettale: Nino Costa. La Consolà A randa d'ij rastei d'la Tor roman-a - ultim avanss d'un'epoca dëstissa - con n'aria 'd serietà tuta nostran-a la Conssolà l'è lì: bassa e massissa: senssa spatuss: come na brava mare ch'a l'ha 'd fastidi gròss për la famija e a ten da cont le soe memòrie care, ma veul nen esse 'd pì che lòn ch'a sia. Davanti a chila j'è 'd masnà ch'a coro, d'ovriere ch'a passo e 'd sartoirëtte; pòver ch'a ciamo; preive ch'a dëscoro, e le veje ch'a vendo le candlëtte. So ciochè, lì davsin, - ombra severa dle glòrie dle passion d'un'aotra età - ch'a l'ha goernà la Cros e la bandiera, fedel come n' tropiè d'ij temp passà, adess ch'a l'è vnù vei, tut-un a manda dsora dël mond ël son dle soe campan-e come na vos ch'a prega e as racomanda për tute quante le miserie uman-e, e sla piassëtta, con so cit an brass, la Madonin-a bianca s'la colòna, goardand an giù la gent ch'a fa 'd fracass, e l'ha 'n soris da mama e da Madòna. - Nino Costa

domenica 19 giugno 2011

palazzo carignano

Sabato abbiamo dedicato la mattina alla visita degli appartamenti di Palazzo Carignano. Infatti in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia sono stati riaperti al pubblico, dopo più di cinquant'anni, gli appartamenti barocchi di palazzo Carignano caratterizzati dalla pittura del Legnanino, ovvero del pittore Stefano Maria Legnani, attivo a cavallo fra il 1600 e il 1700.
La visita che dura circa un'ora è molto interessante grazie alle spiegazioni della guida, e si snoda fra gli appartamenti che ospitarono lo studio del conte di Cavour, l’Appartamento di Mezzogiorno, noto anche come “Appartamento dei principi” famoso per le boiseries e gli specchi che ne rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte, lo splendido scalone monumentale ideato da Guarino Guarini che conduce al Parlamento Subalpino. La visita ci ha portato anche in alcune parti generalmente segrete per un palazzo d'epoca, vale a dire, come le scale elicoidali su piazza Carignano e i suggestivi sotterranei. Negli appartamenti oltre agli affreschi sono visibili una trentina di opere, provenienti da chiese, palazzi e musei di tutta Italia. In buona parte sono opere del Legnanino, altre di maestri suoi contemporanei quali Andrea Pozzo e Carlo Maratta. La mostra resta aperta sino al 26 giugno a 10 euro il biglietto intero, poi vi sono i ridotti , mentre è gratuita e comprensiva di guida per chi è in possesso dell'abbonamento musei. E' possibile fotografare gli affreschi del palazzo mentre vi è divieto per i dipinti esposti.
Lo studio di Camillo Benso conte di Cavour.

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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
by Renata

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