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giovedì 23 giugno 2011

Ricordo delle elementari

Erano anni che la cercavo! una poesia che ricordo mi era stata dettata alle elementari dalla mia maestra e ricordavo che la leggeva da un libro piuttosto spesso e con la copertina gialla.... son passati trenta e più anni e finalmente in un negozio del centro, una libreria aperta da poco ma che si occupa anche di editoria locale, ecco che vedo un libro che mi fa tornare a galla un bel ricordo d'infanzia... entro, lo sfoglio, e ...oplà ecco la poesia che cercavo da tanto.... e siccome domani è San Giovanni patrono di Torino, quale occasione migliore per proporvela!
                                              Torino                                            
  Quante volte tra i fiori, in terre gaie,
sul mare, tra il cordame dei velieri,
sognavo le tue nevi, i tigli neri
  le dritte vie corrusche di rotaie,
l’arguta grazia delle tue crestaie,
 o città favorevole ai piaceri!
                         E quante volte già, nelle mie notti d’esilio,
resupino a cielo aperto, sognavo sere torinesi,
certo ambiente caro a me,
certi salotti beoti assai, pettegoli,
bigotti come ai tempi del buon Re Carlo Alberto….
"… se ‘l Cônt ai ciapa ai rangia për le rime…"
"Ch’a staga ciutô…" – "’L caso a l’è stupendô!…"
                         "E la Duse ci piace?" – "Oh! Mi m’antendô pà mi a teatrô i vad për divertime…"
"Ch’a staga ciutô!… A jntra ‘l Reverendô!…"
           S’avanza un Barnabita, lentamente…
stringe la mano alla Contessa amica
siede col gesto di chi benedica…
Ed il poeta, tacito ed assente,
       si gode quell’accolita di gente
         ch’a la tristezza d’una stampa antica…
Non soffre. Ama quel mondo senza raggio di bellezza,
 ove cosa di trastullo è l’arte.
Ama quei modi e quel linguaggio
e quell’ambiente sconsolato e brullo.
Non soffre. Pensa Giacomo fanciullo
                                             E la "siepe" e il "natìo borgo selvaggio".                                                
I                        Come una stampa antica bavarese vedo al tramonto il cielo subalpino…
Da Palazzo Madama al Valentino
ardono l’Alpi fra le nubi accese…
E’ questa l’ora antica torinese,
 è questa l’ora vera di Torino…
L’ora ch’io dissi del Risorgimento,
      l’ora in cui penso a Massimo d’Azeglio adolescente,
a I miei ricordi, e sento d’essere nato troppo tardi…
 Meglio vivere al tempo sacro del risveglio,
             che al tempo nostro mite e sonnolento!
              Un po’ vecchiotta, provinciale,
fresca tuttavia d’un bel garbo parigino,
                in te ritrovo me stesso bambino,
             ritrovo la mia grazia fanciullesca
e mi sei cara come la fantesca che m’ha veduto nascere, o Torino!
    Tu m’hai veduto nascere,
 indulgesti ai sogni del fanciullo trasognato:
tutto me stesso, tutto il mio passato,
i miei ricordi più teneri e mesti dormono in te,
sepolti come vesti sepolte in un armadio canforato.
                         L’infanzia remotissima… la scuola… la pubertà…
la giovinezza accesa… i pochi amori pallidi… l’attesa delusa…
il tedio che non ha parola… la Morte e la mia Musa
con sé sola, sdegnosa, taciturna ed incompresa.
         Ch’io perseguendo mie chimere vane
pur t’abbandoni e cerchi altro soggiorno,
ch’io pellegrini verso il Mezzogiorno a belle terre tepide lontane,
la metà di me stesso in te rimane
e mi ritrovo ad ogni mio ritorno.
                         A te ritorno quando mi rabbuia Il cuor deluso da mondani fasti.
Tu mi consoli, tu che mi foggiasti
Quest’anima borghese e chiara e buia
                         dove ride e singhiozza il tuo Gianduia
che teme gli orizzonti troppo vasti…
Eviva i bôgianen…Sì, dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!
                         Buona è la vita senza foga, bello goder di cose piccole e serene…
A l’è questiôn d’ nen piessla…
Dici bene, o mio savio Gianduia ridarello!…
-
    Guido Gozzano

lunedì 20 giugno 2011

nel giorno della Consolata

nel giorno della festa della Consolata ho pensato di omaggiare la Madonna tanto cara ai Torinesi con unapoesia scritta da un noto poeta dialettale: Nino Costa. La Consolà A randa d'ij rastei d'la Tor roman-a - ultim avanss d'un'epoca dëstissa - con n'aria 'd serietà tuta nostran-a la Conssolà l'è lì: bassa e massissa: senssa spatuss: come na brava mare ch'a l'ha 'd fastidi gròss për la famija e a ten da cont le soe memòrie care, ma veul nen esse 'd pì che lòn ch'a sia. Davanti a chila j'è 'd masnà ch'a coro, d'ovriere ch'a passo e 'd sartoirëtte; pòver ch'a ciamo; preive ch'a dëscoro, e le veje ch'a vendo le candlëtte. So ciochè, lì davsin, - ombra severa dle glòrie dle passion d'un'aotra età - ch'a l'ha goernà la Cros e la bandiera, fedel come n' tropiè d'ij temp passà, adess ch'a l'è vnù vei, tut-un a manda dsora dël mond ël son dle soe campan-e come na vos ch'a prega e as racomanda për tute quante le miserie uman-e, e sla piassëtta, con so cit an brass, la Madonin-a bianca s'la colòna, goardand an giù la gent ch'a fa 'd fracass, e l'ha 'n soris da mama e da Madòna. - Nino Costa

domenica 19 giugno 2011

palazzo carignano

Sabato abbiamo dedicato la mattina alla visita degli appartamenti di Palazzo Carignano. Infatti in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia sono stati riaperti al pubblico, dopo più di cinquant'anni, gli appartamenti barocchi di palazzo Carignano caratterizzati dalla pittura del Legnanino, ovvero del pittore Stefano Maria Legnani, attivo a cavallo fra il 1600 e il 1700.
La visita che dura circa un'ora è molto interessante grazie alle spiegazioni della guida, e si snoda fra gli appartamenti che ospitarono lo studio del conte di Cavour, l’Appartamento di Mezzogiorno, noto anche come “Appartamento dei principi” famoso per le boiseries e gli specchi che ne rivestono le pareti, l’Appartamento di Mezzanotte, lo splendido scalone monumentale ideato da Guarino Guarini che conduce al Parlamento Subalpino. La visita ci ha portato anche in alcune parti generalmente segrete per un palazzo d'epoca, vale a dire, come le scale elicoidali su piazza Carignano e i suggestivi sotterranei. Negli appartamenti oltre agli affreschi sono visibili una trentina di opere, provenienti da chiese, palazzi e musei di tutta Italia. In buona parte sono opere del Legnanino, altre di maestri suoi contemporanei quali Andrea Pozzo e Carlo Maratta. La mostra resta aperta sino al 26 giugno a 10 euro il biglietto intero, poi vi sono i ridotti , mentre è gratuita e comprensiva di guida per chi è in possesso dell'abbonamento musei. E' possibile fotografare gli affreschi del palazzo mentre vi è divieto per i dipinti esposti.
Lo studio di Camillo Benso conte di Cavour.

venerdì 17 giugno 2011

mercoledì 15 giugno 2011

Marino Moretti

Giugno
Stormiscono le fronde nell'aria greve,
e il sole ride alle prataiole ed alle biche bionde,
e rende tutto d'oro il campo donde arriva la canzone giuliva nell'agreste lavoro.
Ecco è piena la spica e la falce è nel pugno;
e il buon sole di giugno rallegra la fatica.
E la canzone sale dal campo del lavoro
e s'accompagna a un coro stridulo di cicale:
e sale il canto anelo da bocche pia lontane
lodando in terra il pane ed il buon Padre in cielo.
-
Marino Moretti

martedì 14 giugno 2011

Una serata speciale.

In questa settimana caotica come sempre, con tutta questa pioggia che è venuta giù, c’è stato però un momento di piacevole relax. Sono stata invitata a cena in uno dei ristoranti più eleganti di Torino, lo storico Cambio. Posto in una bella piazza, piazza Carignano, di fronte all’omonimo palazzo seicentesco progettato da Guarino Guarini ed in origine destinato ad ospitare il primo Parlamento Subalpino. Il ristorante è suggestivo: ha mantenuto gli arredi originali dell’epoca, pavimenti in legno, tappeti, velluti rossi per i divanetti e le sedie, lampadari in cristallo, giochi di specchi alle pareti L’accoglienza è quella consona per il tipo di locale di un certo livello: aperitivo di benvenuto servito in veranda e poi accompagnata al tavolo nella sala Cavour, la sala dove una targhetta ricorda il tavolino dove lo statista era solito pranzare.
Leggo sul menu che la mia cena sarà composta da 5 portate, gazpacho con melanzane e robiola di roccaverano e vitello tonnato come antipasti, come primo un risotto carnaroli acquerello con verdure, un arrosto di fassone come secondo con contorno di purè e carote, tutto annafiato da vino nebiolo. Il dolce è invece servito in un ampio piatto di porcellana e consiste in un semifreddo allo zabaione con salsa di lamponi accompagnato da un buonissimo moscato, ed infine il caffè. Tutto buonissimo, atmosfera d'altri tempi e compagnia piacevole.... Alla mezzanotte però son dovuta tornare di fretta a casa, per timore che la carrozza si dissolvesse e tornasse zucca... :-)

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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
by Renata

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