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martedì 15 marzo 2011

Marzo 1821 Soffermàti sull’arida sponda, Vòlti i guardi al varcato Ticino, Tutti assorti nel novo destino, Certi in cor dell’antica virtù, Han giurato: Non fia che quest’onda Scorra più tra due rive straniere; Non fia loco ove sorgan barriere Tra l’Italia e l’Italia, mai più! L’han giurato: altri forti a quel giuro Rispondean da fraterne contrade, Affilando nell’ombra le spade Che or levate scintillano al sol. Già le destre hanno stretto le destre; Già le sacre parole son porte: O compagni sul letto di morte, O fratelli su libero suol. Chi potrà della gemina Dora, Della Bormida al Tanaro sposa, Del Ticino e dell’Orba selvosa Scerner l’onde confuse nel Po; Chi stornargli del rapido Mella E dell’Oglio le miste correnti, Chi ritogliergli i mille torrenti Che la foce dell’Adda versò, Quello ancora una gente risorta Potrà scindere in volghi spregiati, E a ritroso degli anni e dei fati, Risospingerla ai prischi dolor: Una gente che libera tutta, O fia serva tra l’Alpe ed il mare; Una d’arme, di lingua, d’altare, Di memorie, di sangue e di cor. Con quel volto sfidato e dimesso, Con quel guardo atterrato ed incerto, Con che stassi un mendico sofferto Per mercede nel suolo stranier, Star doveva in sua terra il Lombardo; L’altrui voglia era legge per lui; Il suo fato, un segreto d’altrui; La sua parte, servire e tacer. O stranieri, nel proprio retaggio Torna Italia, e il suo suolo riprende; O stranieri, strappate le tende Da una terra che madre non v’è. Non vedete che tutta si scote, Dal Cenisio alla balza di Scilla? Non sentite che infida vacilla Sotto il peso de’ barbari piè? O stranieri! sui vostri stendardi Sta l’obbrobrio d’un giuro tradito; Un giudizio da voi proferito V’accompagna all’iniqua tenzon; Voi che a stormo gridaste in quei giorni: Dio rigetta la forza straniera; Ogni gente sia libera, e pera Della spada l’iniqua ragion. Se la terra ove oppressi gemeste Preme i corpi de’ vostri oppressori, Se la faccia d’estranei signori Tanto amara vi parve in quei dì; Chi v’ha detto che sterile, eterno Saria il lutto dell’itale genti? Chi v’ha detto che ai nostri lamenti Saria sordo quel Dio che v’udì? Sì, quel Dio che nell’onda vermiglia Chiuse il rio che inseguiva Israele, Quel che in pugno alla maschia Giaele Pose il maglio, ed il colpo guidò; Quel che è Padre di tutte le genti, Che non disse al Germano giammai: Va’, raccogli ove arato non hai; Spiega l’ugne; l’Italia ti do. Cara Italia! dovunque il dolente Grido uscì del tuo lungo servaggio; Dove ancor dell’umano lignaggio Ogni speme deserta non è; Dove già libertade è fiorita, Dove ancor nel segreto matura, Dove ha lacrime un’alta sventura, Non c’è cor che non batta per te. Quante volte sull’Alpe spiasti L’apparir d’un amico stendardo! Quante volte intendesti lo sguardo Ne’ deserti del duplice mar! Ecco alfin dal tuo seno sboccati, Stretti intorno a’ tuoi santi colori, Forti, armati de’ propri dolori, I tuoi figli son sorti a pugnar. Oggi, o forti, sui volti baleni Il furor delle menti segrete: Per l’Italia si pugna, vincete! Il suo fato sui brandi vi sta. O risorta per voi la vedremo Al convito de’ popoli assisa, O più serva, più vil, più derisa Sotto l’orrida verga starà. Oh giornate del nostro riscatto! Oh dolente per sempre colui Che da lunge, dal labbro d’altrui, Come un uomo straniero, le udrà! Che a’ suoi figli narrandole un giorno, Dovrà dir sospirando: io non c’era; Che la santa vittrice bandiera Salutata quel dì non avrà.
-
Alessandro Manzoni

lunedì 14 marzo 2011

poesie del risorgimento

La Spigolatrice di Sapri 
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! 
Me ne andavo un mattino a spigolare 
quando ho visto una barca in mezzo al mare: 
era una barca che andava a vapore,
 e alzava una bandiera tricolore. 
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
 s’è ritornata ed è venuta a terra;
 sceser con l’armi, e noi non fecer guerra. 
 Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! 
Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra, 
ma s’inchinaron per baciar la terra.
 Ad uno ad uno li guardai nel viso: 
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
 Li disser ladri usciti dalle tane: 
ma non portaron via nemmeno un pane; 
e li sentii mandare un solo grido: 
Siam venuti a morir pel nostro lido.
 Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! 
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro un giovin camminava innanzi a loro.
 Mi feci ardita, e, presol per la mano, gli chiesi: – dove vai, bel capitano? - 
Guardommi e mi rispose: 
– O mia sorella, vado a morir per la mia patria bella. 
- Io mi sentii tremare tutto il core, né potei dirgli:
 – V’aiuti ‘l Signore! - Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! 
Quel giorno mi scordai di spigolare,
 e dietro a loro mi misi ad andare: 
due volte si scontraron con li gendarmi,
 e l’una e l’altra li spogliar dell’armi. 
Ma quando fur della Certosa ai muri,
 s’udiron a suonar trombe e tamburi, 
e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille piombaron loro addosso più di mille.
 Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! 
Eran trecento non voller fuggire, parean tremila e vollero morire; 
ma vollero morir col ferro in mano, 
e avanti a lor correa sangue il piano; 
fun che pugnar vid’io per lor pregai, 
ma un tratto venni men, né più guardai; 
io non vedeva più fra mezzo a loro
 quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro. 
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! -
Luigi Mercantini

Anniversario Unità d'Italia

Il 17 marzo si celebreranno i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Con legge del Regno di Sardegna n. 4671 del 17 marzo 1861 infatti il Re Vittorio Emanuele II assunse per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Tre bandiere tricolore saranno il logo dell'evento a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961 e 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni.
*** Le 17 mars nous celebrons le 150e anniversaire de l'unification de l'Italie. Par la loi du Royaume de Sardaigne n 4671 Mars 17, 1861 Le roi Vittorio Emanuele II a pris pour lui-même et ses successeurs le titre de roi d'Italie. Trois drapeaux tricolores seront logo de l'événement pour représenter les trois jubiles de 1911, 1961 et 2011, dans un lien idéal entre les générations.
*** On March 17 we will celebrate the 150th anniversary of the unification of Italy. By the law of the Kingdom of Sardinia No 4671 March 17, 1861 King Vittorio Emanuele II took for himself and his successors the title of King of Italy. Three tricolor flags will be the event's logo to represent the three anniversaries of the 1911, 1961 and 2011, in an ideal link between generations.

sabato 12 marzo 2011

Torta ortolana

Cosa c'è di più semplice e veloce di una torta salata?
che facciate voi la sfoglia o che venga acquistata al supermercato, con la torta salata possiamo usare solo ciò che abbiamo in frigorifero o sbizzarrirci con la fantasia.
Dalla semplice torta salata di spinaci e ricotta, oppure brie e radicchio, broccoli e scamorza affumicata, e così via....
Quella che ho fatto oggi è con verdure varie e scamorza silana, un tripudio di carote, zucchine, broccoli, peperoni... tutta da mangiare.

adolescenti in gita scolastica

Marzo è iniziato, la primavera si avvicina.... per molte scuole è tempo di visite didattiche, le vecchie gite scolastiche tanto attese dai ragazzi. Anche Torino, soprattutto quest'anno, è meta di queste gite. Infatti ecco che passando per la centralissima piazza Castello scorgo un gruppo di ragazze, zainetto in spalla e macchina fotografica a portata di mano. Sorridono, ammiccano e poi si mettono in posa mentre una di loro si dispone a fotografarle. Quale sfondo avranno scelto, mi domando. Il palazzo Madama con la juvarriana facciata, o forse il lato medioevale del castello degli Acaja o la facciata di palazzo reale racchiuso della cancellata con le statue equestri dei dioscuri Castore e Polluce? ... no nulla di tutto questo, a fare da sfondo un cartellone pubblicitario di una nota marca di profumi che sfoggia un marinaio muscoloso e tatuato. chissà cosa riferiranno di aver visto nella capitale sabauda!

mercoledì 9 marzo 2011

mercoledì delle ceneri - inizia il tempo di Quaresima

Con l'espressione Le Ceneri, nella chiesa cattolica si indica il primo giorno della Quaresima, in preparazione alla Pasqua. In questo giorno il sacerdote sparge un pizzico di cenere benedetta sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all'impegno penitenziale della Quaresima. Il gesto è accompagnato da una formula di ammonimento, scelta fra due possibilità: «Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai» oppure «Convertiti e credi al Vangelo». E' attraverso queste formule che si rivela il significato spirituale delle Ceneri,ovvero un invito a percorre il tempo quaresimale come un'immersione più comsapevole nel mistero pasquale, nella morte e risurrezione di Cristo. Veniamo infatti rimandati alle origini della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo il peccato originale: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!” (Gen 3,19). La parola di Dio richiama la nostra fragilità, la nostra morte, che ne è la forma estrema, invitandoci al realismo e alla saggezza, ma spingendoci anche a comprendere che l’uomo ritornerà polvere, ma una polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità. Grazie a Gesù che ha voluto condividere con ogni uomo la sorte della fragilità, attraverso la sua morte in croce; morte che è stata la via per la risurrezione, attraverso la quale Cristo è diventato sorgente di una grazia donata a quanti credono in Lui e vengono resi partecipi della stessa vita divina.

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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
by Renata

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