Acquistato per la serie la Biblioteca di Repubblica questo è il primo romanzo di
Manzini con protagonista Rocco
Schiavone, il primo libro nel quale viene presentato lo scenario nel quale si svolge l’azione, la
città di Aosta, fredda e nevosa e quindi così diversa dalla Roma assolata e
caotica. Qui si delinea anche il personaggio del vicequestore: un uomo
complesso, sfuggente, talvolta aggressivo, un vicequestore romano che è stato
trasferito ad Aosta per motivi disciplinari
in quanto si è fatto giustizia da
solo malmenando un violentatore di ragazzine figlio di un potente politico
della capitale. Un vicequestore, e non un
commissario perché a questo titolo Schiavone ci tiene, che considera il proprio mestiere
come una serie di scocciature ordinate secondo una personale graduatoria, ma
che esegue il proprio lavoro con passione e ottimo intuito sebbene abbia
un’etica molto personale, un senso della giustizia dettato dai suoi trascorsi e
l’abitudine di iniziare la giornata fumandosi una canna.
Insomma non ha un bel carattere: è
schivo, sbruffone, scorbutico, donnaiolo sebbene abbia amato solo unica donna
morta prematuramente, la
moglie Marina, con la
quale imbastisce immaginarie conversazioni, un uomo che si ostina a calzare le sue amate Clarks anche sotto la
pioggia e la neve ma che auspica di guadagnare abbastanza da trascorrere la sua
vecchiaia in una casetta in Provenza. Rocco schiavone è tutto questo eppure lo si ammira e alla fine lo si prende
in simpatia, perché ha tutto ciò che vi è di umano.
Il giallo è scorrevole, azzeccate
le caratterizzazioni dei personaggi che lo circondano, originale la trama che
si svela solo verso la fine del libro.
Siamo a Champoluc e sulle piste
da sci viene ritrovato, travolto da un gatto delle nevi, il corpo di Leone Miccichè un imprenditore
siciliano trasferitosi al nord per
avviare una lussuosa attività turistic.
Il vicequestore Schiavone e i
suoi collaboratori cercano di venir a capo
fra le varie ipotesi che
testimoni ed indizi portano a valutare, ovvero il delitto passionale, la vendetta
mafiosa e questioni di debiti. Un’indagine principale inframezzata ad altre legate a traffici
illeciti di armi e di persone.
Un giallo da leggere tutto d’un fiato per cui penso che non sarà l'ultima opera di Manzini che leggerò.