Chi non ha mai pensato di iniziare una qualche collezione? Dai portachiavi, alle figurine, alle schede telefoniche, e ai classici francobolli....
io per la verità no.
Però ora, a 40 e fischia anni, mi è piovuta addosso una raccolta di francobolli già iniziata: quella di mio marito avviata in gioventù e poi sospesa. Così sebbene il collezionista sia lui, sono io a organizzare lo riempimento dei "buchi" delle annate passate.
Reperire i francobolli mancanti di per sè non è difficile, ma un po' di infarinatura sulla filatelia (ma no che avete capito, non è una malattia!!!) è necessaria.
Così da perfetta profana in questo settore ho imparato che i francobolli si collezionano per annate (1950, 1951,1952 e così via) o per temi (la natura, gli avvenimenti, etc) o per stati; alcuni hanno poco valore, altri col tempo ne acquistano sempre di più. Alcuni sono rari perchè sono stati emessi e subito ritirati a causa di errori di stampa, altri perchè sono stati emessi in pochi esemplari.
Per essere sincera non mi sono mai soffermata a riflettere sull'importanza del servizio di corrispondenza postale, forse perchè oggi con internet e la posta elettronica, la corrispondenza cartacea è un po' venuta meno. Eppure in passato era assai importante, e sino a metà Ottocento la corrispondenza veniva consegnata e il servizio pagato dal destinatario al suo arrivo. Poi Rowland Hill in gran Bretagna cambiò questo sistema introducendo una tariffa unica e non più variabile a seconda del peso della lettera e della distanza di consegna, ma una tariffa che doveva essere pagata in anticipo, alla partenza e il pagamento di questa tariffa sarebbe stato testimoniato dal francobollo.
Il primo nacque nel 1840, rappresentava il ritratto della regina inglese Vittoria, ed il suo valore era di 1 Penny, quello che oggi il mondo filatelico conosce come il "Penny black" in quanto di colore nero.