Con il nuovo anno è entrata in vigore la direttiva CEE che ha decretato la fine della produzione delle borse in plastica. Dal 2011 infatti dovrebbero essere usate le borse biodegradabili, dico dovrebbero perchè intanto le vecchie borse di plastica possono ancora essere distribuite ed usate fino all'esaurimento delle scorte presenti al 31 dicembre 2010 negli esercizi commerciali a condizione che vengano date gratuitamente alla clientela.
Il condizionale è anche d'obbligo perchè sembra che il consorzio di riciclo plastica "CARPI" continui ad opporsi all'entrata in vigore del comma 1130 L. 296/06 opposizione che non è finalizzata al mantenimento della produzione di borse monouso in plastica, bensì alla progressiva introduzione di borse riutilizzabili in materiale riciclato e a loro volta riciclabili.
In base alla direttiva europea, infatti sembra che un imballaggio possa stare sul mercato se soddisfa almeno uno di quattro requisiti: essere riutilizzabile, recuperabile per via energetica, riciclabile, biodegradabile. A differenza del sacchetto di bioplastica che deriva da materie vegetali e che è solo biodegradabile, il sacchetto in polietilene non biodegradabili ha tutte le altre caratteristiche, e può essere usato più volte. Cos' il vecchio sacchetto di plastica soddisferebbe ben tre requisiti dei quattro richiesti, e siccome sarebbe sufficiente un requisito solo il consorzio non si spiega perchè l'uso dei sacchetti di plastica debba essere vietato.
Nel frattempo il garante della concorrenza e del mercato è intervenuto in quanto sembra che siano comparsi falsi sacchetti biodegradabili, ovvero borse di normale plastica ma "arricchita" con un additivo chiamato ECM che ne faciliterebbe la disgregazione senza eliminarne gli inquinanti. Il garante ha stabilito che questi sacchetti non possono essere nè pubblicizzati nè commercializzati come biodegradabili e compostabili perchè non lo sono.
Anche i sacchetti biodegradabili al mais non sarebbero interamente realizzati in "mater bi" la sostanza ricavata dal mais, ma conterrebbero anche una buona percentuale di poliestere per renderli maggiormente resistenti ma non coerenti con la normativa europea che indica come compostabili se presentano una permanenza di tre mesi a 50 gradi e un residuo finale non biodegradato non superiore al 10%.
Tuttavia le borse biodegradabili sono fragili, si rompono facilmente, ed hanno anche un cattivo odore. Quali sono allora le alternative? Possiamo usare le borse di carta, oppure in stoffa.
La foto sotto vi mostra una borsa che ho realizzato per contenere il pane e che sostituisce sia il sacchetto di carta sia la shopper. Realizzarla è stato veramente semplice, economica e veloce.
Economica perchè ho acquistato al mercato su una bancarella una federa per cuscino della fantasia che mi piaceva di più pagandola solo 1 euro. Nella parte chiusa a sacco ho fatto due pieghe, ognuna ad un lato in modo da ottenere un fondo piatto di circa 10 cm di larghezza, ho fatto delle cuciture tutt'intorno per rifinire meglio il fondo. All'apertura della federa ho realizzato una coulisse, piegando il bordo per un'altezza circa di tre cm nella quale far passare un cordino di nylon o di cotone che serve a chiudere e aprire la borsa arricciando la stoffa.
Appena al di sotto della coulisse ho cucito i manici, ricavati ritagliando la stoffa in eccesso della federa e rinforzandoli con due cuciture per tutta la loro lunghezza. Ed ecco la mia borsa porta pane!