Dal 6 dicembre e sino al 1 aprile 2024 nella bella scenografia delle Gallerie d'Italia di Milano è possibile ammirare una bella mostra: "Moroni, il ritratto del suo tempo" è dedicata a Giovan Battista Moroni pittore attivo fra Bergamo e Brescia nel 1500.
La sua formazione artistica iniziò, verso la metà il 1530, nella bottega bresciana del Moretto
Operò a Bergamo per tutti gli anni Cinquanta, che segnano la maggior fortuna dell'artista, come attestano i numerosi ritratti di esponenti dei circoli aristocratici, intellettuali e politici della città.
Dagli anni Sessanta la fortuna del Moroni declina di colpo per un decennio, sia per la caduta in disgrazia della più potente famiglia bergamasca, gli Albani 9] - sia per le nuove tendenze, in materia di arte sacra.
Ma il Moroni ottenne un'improvvisa rivalutazione a Bergamo, ai primi anni Settanta, grazie al ritorno, da cardinale, del suo vecchio mecenate Giovanni Gerolamo Albani.
I membri delle principali famiglie bergamasche del tempo assoldarono Moroni in quanto specializzato nel ritratto.
I più antichi ritratti di Moroni risalgono al 1550 e sono ispirati alle opere di Lorenzo Lotto e di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, in essi il Moroni si era concentrato sull'aspetto fisico, sui volti e sull'intensità degli sguardi.
Sicuramente l'opera più famosa del Moroni è il ritratto del Sarto, un uomo raffigurato mentre lavora ovvero si appresta a tagliare una pezza di stoffa nera segnata a gessetto.
Non è un caso che il Sarto stia confezionando un abito nero, era infatti il colore indossato all'epoca dall'aristocrazia veneziana e dalla corte asburgica in Spagna per p oi diffondersi in tutta Europa. Quindi gli abiti neri indossati dagli uomini ritratti dal Moroni confermano questa tendenza.
Tra le donne ritratte troviamo la nobildonna Isotta Brembati per le sue composizioni letterarie.
Gli specialisti riconoscevano Moroni e il Moretto come precursori di Caravaggio, nella mostra milanese viene evidenziata una diversa l'atmosfera manierista che si discosta dai modelli luminosi e chiari sia del Moretto che dei veneziani contemporanei, in realtà Moroni trova una sua via particolare, una capacità di invenzione pittorica assoluta negli incarnati che spargono attorno al dipinto una tenue luce gialla che magicamente non riesce a essere avvolgente e magnetica ma mostra una interpretazione problematica se non tragica dei personaggi.