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Questo è il mio blog: troverete i miei hobbies, ricami, pittura su porcellana, maglia, uncinetto, lettura, cucina, giardinaggio, vacanze ...recensioni, consigli e curiosità

This is my blog. You will find my hobbies with pictures of embroidery, painting porcelain, a few recipes, plants and flowers, my holidays ...


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venerdì 24 gennaio 2014

Taja e gusta ovvero taglia la corda finchè sei tempo….

Finalmente riesco a raccontarvi qualche avventura estiva....
Quest'estate rifugiati in montagna per sfuggire alla calura,  allettati da un offerta interessante per una cena alternativa,   siamo andati a Fenestrelle da Taja e gusta.
L’offerta valida solo per il martedì a cena comprendeva una pizza a scelta tra prosciutto, margherita, 4 formaggi e 4 stagioni + una bibita in lattina da 33 cl a scelta fra cola e birra + caffè, il tutto a 7 euro.

Incuriositi decidiamo di provare anche se ci chiediamo dove sia la fregatura. Erano circa le 18.50 quando siamo entrati nell’area tavoli di Taja e gusta, un’area con 6 tavoli all’aperto e altri sotto un tendone di nylon.  Entriamo e pensiamo di sederci e ordinare ad un cameriere come accade in tutte le pizzerie che non  siano solo da asporto …. E invece Zac … prima anomalia: un ragazzo ci dice che dobbiamo prima andare in un negozio a circa 100 metri dall’area tavoli per scegliere le pizze. Obbedienti andiamo nel negozio e ci mettiamo in fila, ci sono altri clienti. Quando tocca a noi ordiniamo una margherita e una 4 stagioni e 2 birre, paghiamo e in piedi nel piccolo negozio attendiamo che i pizzaioli preparino le pizze. Durante l’attesa arrivano altri  clienti interessati all’offerta e in questo frangente capiamo anche la dinamica di questa pizzeria:
1 – in negozio si ordinano pizze e bibite
2 – in negozio si paga al momento dell’ordine
3 – in negozio si attende la pizza
4 – la pizza viene consegnata al cliente in una scatola come fosse un take away insieme al biglietto che indica le bibite scelte
5 - il cliente con la scatola delle pizze e il biglietto delle bibite esce dal negozio e dopo una passeggiata nella via principale di Fenestrelle raggiunge l’area tavoli
6 – una volta sistemato al tavolo,  un ragazzo prende il foglietto e consegna le bibite.
7 – si mangia.
Peccato che la signora che alla cassa del negozio prende gli ordini sia un po’ confusionaria, peccato che i due pizzaioli non siano coordinati fra loro ed ognuno voglia fare a modo suo.
Mettiamo insieme queste due anomalie e cosa succede?
Che al cliente che ci precede la signora cassiera consegna  le pizze che questi aveva ordinato (una prosciutto e una 4 formaggi) ma anche  il nostro foglietto pizze, così i pizzaioli si trovano nuovamente il foglietto del cliente precedente e sfornano nuovamente  una prosciutto e una 4 formaggi che vorrebbero consegnare a noi. Facciamo presente l’accaduto  e i pizzaioli insistono risentiti che loro hanno eseguito l’ordine trasmesso (che però non è il nostro), così spieghiamo che è stata la signora a consegnare al cliente precedente il biglietto sbagliato.
Signora e pizzaioli si guardano bene dallo scusarsi anzi la signora sbraita “ e va bene abbiamo sbagliato e allora?”
I pizzaioli irritati  ci rispondono “ e che volete che sia!  ve le facciamo subito, questione di un minuto”, al che mio marito fa notare che stiamo aspettando già da 20 minuti e che nel frattempo anche clienti arrivati dopo di noi si stavano avviando già con la loro pizza in mano, verso l’area tavoli, occupando forse tutti i tavoli all’aperto e lasciando disponibili olo i tavoli sotto tendone di nylon (è agosto e anche se sono ormai le 19.30,  sotto il tendone che si è riscaldato durante il giorno fa sicuramente caldo). Inoltre il mio temerario marito sottolinea che un accenno di scusa  e un tono più pacato sarebbero anche stati graditi visto che come dice il detto “il cliente ha sempre ragione”… soprattutto quando l’esercente sbaglia. La risposta del pizzaiolo filosofo non si fa attendere e con tono alterato dichiara“ il cliente ha sempre ragione quando non rompe! ” e la signora, che ormai chiamare così è farle un complimento,  aggiunge “che se siamo agitati meglio che ci diamo una calmata” e  seccata e con tono di sfida si affretta a dire “che se non vogliamo più le pizze ci ridà indietro i soldi”.
Questo è davvero troppo: fila per ordinare, fila per la pizza poi rivelatasi sbagliata, mancanza di scuse e in più l’arroganza… non ce lo facciamo dire due volte, le pizze se le possono tenere invece i soldi ce li facciamo ridare.

Lasciamo Fenestrelle e ci dirigiamo verso Pragelato dove mangiamo un’ottima pizza con una birra media alla spina comodamente seduti in una bella pizzeria in centro paese, con un piacevole sottofondo musicale ed un cameriere attento e cordiale…. Pagando qualcosa di più di 7 euro ma la cortesia non ha prezzo.


martedì 21 gennaio 2014

E adesso postiamo da cell...

E gia' con il pc fuori uso come si fa a essere presenti sul blog? Si sperimenta l'app di blogger... ed eccoci qui a scrivere su tel e a pubblicare sul blog. Bello e comodo. Sembra funzioni.... evviva!
Buona giornata a tutti!

lunedì 6 gennaio 2014

La Befana - G Pascoli


Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s'accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.

Che c'è dentro questa villa?
uno stropiccìo leggiero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c'è dentro questa villa?

Guarda e guarda... tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda... ai capitoni
c'è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini...

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?

Co' suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampana di chiesa.
Co' suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s'allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c'è nel casolare?
un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c'è nel casolare?

Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le ceneri e i carboni
c'è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch'è l'aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c'è chi piange, c'è chi ride:
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.
                  -
          G. Pascoli

domenica 5 gennaio 2014

La Befana - di G. Gozzano



Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati

a metter la scarpetta
che invita la Vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.

Ognun, chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino

alla grande vetrata,
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.

Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.

Che visione incantata
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi

degli angeli festanti
ne' lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita
son la vision sentita

nel loro piccolo cuore
ignaro del dolore.


sabato 4 gennaio 2014

6 gennaio.... arriva la Befana



Filastrocca per la Befana

Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…la Befana, sai chi è?La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.
-
                                                                        G. Rodari

venerdì 3 gennaio 2014

Capodanno, io così ... e voi?

Adesso vi racconto come ho trascorso l'ultimo dell'anno...
non immaginate pranzi luculliani, feste fino all'alba in qualche location fiabesca, o calde spiagge tropicali perchè non è il genere di divertimento che ci piace.
Come ogni anno io e mio marito andiamo a visitare una città, un museo o qualsiasi altro luogo per il quale nutriamo un certo interesse.
Quest'anno avevamo per il 31 dicembre intenzione di visitare il museo Poldi Pezzoli di Milano, peccato però che il 31 non fosse aperto al pubblico e all'ora che si fa? Un rapido giro in internet per verificare le aperture a Torino ed ecco la soluzione: palazzo Reale con la visita dell'appartamento della Regina Margherita e la visita al Polo Reale, vale a dire gli appartamenti di rappresentanza al piano nobile, l'armeria reale, e la galleria Sabauda nella sua nuova collocazione.
Mio marito che non è indigeno di Torino non aveva finora avuto modo di visitare il palazzo Reale ed è stata un'ottima occasione, anche perchè nonostante la giornata di festa ed i turisti presenti in città il palazzo era visitabile senza grandi code.
L'appartamento della regina Margherita è stata una rivelazione perchè quest'ala del Palazzo reale non viene spesso aperta al pubblico, ad esempio è visitabile solo in queste festività natalizie sino all'epifania.
 
 
 
Questo appartamento è composto da  saloni decorati dai più grandi artisti che lavorarono per Casa Savoia come l'ebanista  Pietro Piffetti, Francesco de Mura, i pittori Claudio Francesco Beaumont e Daniel Seyter. Gli ambienti dell'appartamento furono realizzati per Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III, e solo a partire dal XIX secolo vennero utilizzati dalle regine Maria Teresa d'Asburgo, moglie di Carlo Alberto, e Margherita di Savoia, moglie di Umberto I.
L'appartamento è stato così presentato  così come si poteva presentare durante i soggiorni torinesi della Prima Regina d'Italia che introdusse la tradizione dell'albero di Natale in Casa Savoia.
 
Invece la visita degli appartamenti di rappresentanza consente di conoscere l'appartamento del piano nobile, dove si possono ammirare tra le altre la sala del trono, la stanza dell'alcova, lo studio cinese, la sala da ballo e la galleria del Daniel così chiamata in onore di Daniele Seyter il pittore austriaco che ne dipinse il soffitto.
Dal palazzo reale è ora possibile accedere all'armeria reale dove grandi e bambini possono ammirare armature, armi bianche e da fuoco, stendardi e bandiere.
 
 
La nostra visita si è poi conclusa alla Galleria Sabauda fondata da Re Carlo Alberto nel 1832 e sino all'anno scorso ospitata nella sede storica di via Accademia delle Scienze. Al momento al piano terra sono esposte circa 100 opere, una piccolissima parte di quelle esposte nella sede originaria, ma queste andranno entro la fine del 2014 a posizionarsi nel resto dell'edificio di via XX Settembre conosciuto come manica nuova del Palazzo Reale.
Tra le opere esposte le mie preferite sono senz'altro una bella tela di Orazio Gentileschi rappresentante l'Annunciazione
 
 
Il palazzo Reale ritratto da Bernardo Bellotto
 
 
e infine La Passione di Hans Memling, nella quale ogni volta me la trovo davanti mi perdo ad osservarne i vari particolari.
La giornata, e l'anno 2013, sono terminati rientrando a casa e cenando con le tradizionali lenticchie (per i soldi, viste le tasse che ci attendono, di lenticchie bisogna mangiarne molte!!!) e cotechino, frutta secca e alla mezzanotte panettone e spumante.
Ora vediamo cosa ci prospetta questo nuovo anno!!! AUGURI!!
 

 
 

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assegnatomi dal blog "l'incantesimo dello zucchero" di Rocco

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Ci sono giorni memorabili nelle nostre vite in cui incontriamo persone che ci fanno fremere come ci fa fremere una bella poesia, persone la cui stretta di mano è colma di tacita comprensione e il cui carattere dolce e generoso dona alle nostre anime desiderose e impazienti una pace meravigliosa. Forse non le abbiamo mai viste prima e magari non attraverseranno mai più il sentiero della nostra vita; ma l'influsso della loro tranquillità e umanità è una libagione versata sul nostro malcontento, e sentiamo il suo tocco salutare come l'oceano sente la corrente della montagna che rinfresca le sue acque salate. Helen Keller
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